Sabato 12 Ottobre 2024

20.03.21 Agricoltura, manca manodopera causa CoronavirusL’emergenza Coronavirus durerà certamente più a lungo di quanto inizialmente era stato previsto. L’Austria è il primo Paese a prenderne atto e ieri ha comunicato che le misure straordinarie per arginare i contagi saranno prorogate al 13 aprile, lunedì di Pasqua. Poi si vedrà. L’annuncio è stato dato dal cancelliere Sebastian Kurz (Övp), nella conferenza stampa che ormai tiene quotidianamente, questa volta affiancato dal vicecancelliere Werner Kogler (Verdi) e dai ministri della Salute, Rudolf Anschober (Verdi), e degli Interni, Karl Nehammer (Övp).

“Molti si chiedono – ha dichiarato Kurz – se le misure adottate servano a qualcosa. Io posso dire loro che stiamo facendo la cosa giusta. Sono consapevole che questo significa privazioni e rinunce. Ma vi prego: tenete duro”. La scadenza del 13 aprile è provvisoria e non è una garanzia che dopo sarà tutto finito. La situazione sarà valutata giorno per giorno e, se necessario, persino inasprita.

L’obiettivo principale è rallentare la crescita dei contagi, per evitare che gli ospedali e in particolare le terapie intensive collassino. Attualmente la situazione è ancora sotto controllo, ma spaventa l’evoluzione che ha avuto in Italia. Hanno fatto molta impressione le immagini dei camion militari che trasportavano le bare delle persone decedute a Bergamo.

Attualmente il numero dei contagiati è salito a 2.642 (bollettino delle 22.00). Il Land più colpito è il Tirolo, con 568 test positivi. Colpiti in particolare i poli sciistici di Ischgl e St. Anton am Arlberg, dove il virus aveva fatto la sua apparizione già ai primi giorni del mese, ma dove per otto giorni si è fatto finta di nulla per non rovinare la stagione sciistica. Ora l’intero Tirolo è stato dichiarato “zona rossa”, ma ormai il contagio si è diffuso in mezza Europa, con centinaia di casi segnalati in Germania, Norvegia, Danimarca e persino Islanda. Il numero ufficiale dei morti è 6, ma sono probabilmente molti di più, forse addirittura il doppio, perché non si tiene conto dei decessi di persone che soffrivano anche di altre gravi patologie. Seguono Alta Austria (507), Bassa Austria (390), Vienna (342), Stiria (350), Vorarlberg (208), Salisburghese (175), Carinzia (74), Burgenland (35). Ufficialmente sono 6 le persone decedute, ma il numero reale potrebbe essere anche doppio, perché molte persone contagiate risultano morte invece per altre gravi patologie.

Se l’emergenza sanitaria è al primo posto, subito dopo viene quella economica. Il Coronavirus ha paralizzato quasi tutte le attività e molte aziende hanno dovuto temporaneamente chiudere (tra queste, il colosso delle costruzioni Strabag) o ridurre gli orari di lavoro. L’Ams (Arbeitsmarktservice), il servizio pubblico per l’impiego, ha comunicato ieri i dati sulla disoccupazione: 97.500 persone senza lavoro in più da lunedì scorso. Di queste, 36.000 vengono dal turismo, causa l’anticipata chiusura della stagione invernale, 11.000 dalle costruzioni, 9.000 dai servizi. Si aggiungono ai 400.000 che a fine febbraio risultavano disoccupati.

All’emergenza disoccupazione si contrappone un’emergenza di segno opposto: nel settore agro-alimentare sono rimasti scoperti migliaia di posti di lavoro, che finora venivano occupati da immigrati dei vicini Paesi dell’Est Europa e che ora, a causa delle limitazioni imposte dal Coronavirus, non possono più tornare in Austria. Le ministre dell’Agricoltura, Elisabeth Köstinger, e del Lavoro, Christine Aschbacher, entrambe dell’Övp, hanno dichiarato che mancano almeno 5.000 lavoratori per la raccolta di frutta e verdura nei campi e nei vivai, mentre l’industria agro-alimentare rischia lo stallo per il mancato rientro di migliaia di lavoratori stranieri. Nel settore della macellazione e lavorazione delle carni i posti vacanti sono circa 9.000.

Köstinger e Aschbacher hanno lanciato un appello ai tanti disoccupati e anche agli studenti, perché si facciano avanti anche per un periodo limitato di tempo, per assicurare la catena alimentare. Allo scopo è stato istituito anche un apposito indirizzo internet.

 

NELLA FOTO, erano soprattutto immigrati dall’Est Europa le persone impiegate in agricoltura e nel settore agro-alimentare. Ora se ne sono andati e al settore mancano quasi 15.000 lavoratori.

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