Sabato 14 Dicembre 2024

17.07.02 Sebastian Kurz, Linz 2In Austria mancano due mesi al voto e i sondaggi confermano gli orientamenti che l’elettorato aveva espresso già un mese fa. Il più recente, svolto dall’istituto GfK su un campione di 1000 intervistati e pubblicato dal “Kurier”, vede sempre al primo posto il Partito popolare (Övp) con il 32%, seguito dal Partito socialdemocratico (Spö) con il 25% e dal Partito liberal-nazionale (Fpö) con il 22%.

Un mese fa lo stesso istituto aveva raccolto i medesimi risultati. Appare consolidata, così, la prima posizione del “Nuovo Övp” (sulla scheda di voto apparirà con questa denominazione) a guida Sebastian Kurz. La linea di rigore in materia di immigrazione (chiusura della rotta balcanica, respingimenti ai confini, corsi obbligatori di tedesco e di integrazione per chi è arrivato) sta dando evidentemente i suoi frutti. Nella nota che correda il sondaggio si segnala una forbice di errore di 3,1 punti in più o in meno. Ma, quand’anche la percentuale dell’Övp fosse inferiore del 3,1% (scendendo così al 28,9%), resterebbe comunque superiore a quella dell’Spö.

Tutti i sondaggi – e, naturalmente, anche quest’ultimo del “Kurier” – fotografano la situazione del momento. Agli intervistati è stato chiesto: “Chi voterebbe lei se domenica prossima ci fossero le elezioni del Parlamento?”. Domenica prossima, non fra due mesi. Fra due mesi, domenica 15 ottobre, la risposta potrebbe essere diversa, per varie ragioni che sono facili da immaginare.

Innanzitutto la campagna elettorale non è ancora incominciata e nelle prossime settimane gli elettori austriaci saranno sommersi da un rosario di dibattiti e di confronti televisivi con i vari candidati. Ci sarà da farne una indigestione, avevamo scritto qualche giorno fa in questo blog, ma pare che il pubblico gradisca questa alluvione di presenze sul piccolo schermo. Sembra che proprio gli austriaci che normalmente non seguono la politica approfittino volentieri di questa opportunità, ad ogni scadenza di legislatura, per farsi un’idea dei candidati e per scegliere chi votare. Esiste, dunque, un’ampia fascia di elettori che deve ancora decidere e che potrebbe modificare radicalmente le previsioni di questi giorni.

In secondo luogo si deve tener conto del  lavoro di propaganda dei partiti da settembre in poi. L’Spö, in particolare, sarà in grado di mobilitare 20.000 iscritti, che scenderanno in campo, visitando casa per casa tutti gli elettori, per tentare di convincerli. Potremmo assistere, dunque, a una significativa rimonta di questo partito. Infine l’Fpö, che ora viene dato al terzo posto, con solo il 22%. Anche qui non sono escluse sorprese: in quasi tutte le precedenti elezioni, nazionali e regionali, la destra liberal-nazionale ha sempre ottenuto più voti di quanti le venivano attribuiti dai sondaggisti. Perché non dovrebbe ripetersi un fenomeno del genere anche questa volta?

Quanto ai partiti minori, lo scenario si è abbastanza definito. Il Team Stronach non esiste più nemmeno come gruppo parlamentare (dopo le defezioni di alcuni suoi componenti passati ad altri partiti, come topi in fuga dalla nave che affonda) e non sarà presente sulla scheda di voto. Idem per il Bzö, il partito fondato da Jörg Haider nel 2005, dopo la scissione dell’Fpö: chi ne faceva parte ha cambiato mestiere o è riconfluito nell’Fpö.

Restano i Verdi, i Neos e la Lista Pilz (costruita attorno all’ex deputato verde Peter Pilz, uscito dal partito dopo aver saputo che con i Verdi non sarebbe più rientrato in Parlamento). Il sondaggio di GfK attribuisce ai Verdi il 6%, ai Neos il 5%, alla Lista Pilz il 6%. In altre parole, l’uscita di Pilz ha dimezzato i voti del partito ambientalista, che alla precedenti elezioni aveva ottenuto oltre il 12%, mentre ai Neos il sondaggio dà il conforto di collocarli ben oltre la soglia del 4%, che costituisce lo sbarramento per l’ingresso nel Parlamento.

 

NELLA FOTO, il leader dei popolari Sebastian Kurz, nettamente in testa in tutti i sondaggi.

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