Martedì 3 Dicembre 2024

21.02.12 Gernot BlümelLa Procura anticorruzione austriaca ha perquisito ieri pomeriggio l’abitazione del ministro delle Finanze, Gernot Blümel (nella foto), leader dell’Övp (Partito popolare) a Vienna e uno degli uomini più vicini al cancelliere Sebastian Kurz. Un intervento del genere nei confronti di un membro in carica del governo non si era mai visto finora in Austria. Blümel è stato dapprima interrogato nel suo ufficio, al Ministero, e poi ha accompagnato gli investigatori nella sua casa, nel terzo distretto della capitale. Ha spiegato che si era trattato di una semplice richiesta per fare alcuni controlli a cui lui aveva volontariamente aderito, ma la Procura ha usato una definizione diversa: ha parlato chiaro e tondo di perquisizione, nella quale sono stati sequestrati anche alcuni computer.

In Austria atti del genere non si fanno alla leggera. Quando c’è di mezzo un politico si applica una procedura bizantina che obbliga gli inquirenti a inviare con tre giorni di anticipo un rapporto all’organo giudiziario superiore, che deve convalidare o annullare l’atto. In questo caso, la decisione della Procura anticorruzione ha avuto l’avvallo di un altro giudice (presumibilmente il presidente della Corte d’appello), che evidentemente ha ritenuto fondate le ragioni della perquisizione.

L’inchiesta in corso, però, non riguarda atti compiuti da Blümel nella sua attuale veste di ministro delle Finanze, ma un episodio risalente a tre anni e mezzo fa, che vede protagonista la holding Novomatic, il colosso del gioco d’azzardo, proprietaria di sale da gioco in tutto il mondo (il marchio Admiral in Italia è suo).

Nel 2017 Blümel, al tempo assessore senza portafoglio nella giunta comunale di Vienna, sarebbe stato avvicinato da Harald Neumann, amministratore delegato di Novomatic, perché facesse da tramite con Sebastian Kurz, allora ministro degli Esteri. Neumann voleva che Kurz lo aiutasse ad appianare un problema con il fisco italiano, nei cui confronti la società leader nel campo delle slot machine era in ritardo nel pagamento di tasse per 40 milioni.

Questa almeno è l’interpretazione che gli inquirenti danno a un whatsapp che Neumann inviò a Blümel il 10 luglio 2017: “Buon giorno, avrei una preghiera: avrei bisogno al più presto di un appuntamento con Kurz, in primo luogo per una contribuzione e in secondo luogo per un problema che abbiamo in Italia!”. Il senso del messaggio sembrerebbe chiaro.

Tre ore più tardi Blümel si rivolge a Thomas Schmid, capo di gabinetto e segretario generale al Ministero delle Finanze e lo prega di richiamare Neumann. “Fallo questo per me”, gli scrive. In quelle tre ore gli investigatori ritengono che Blümel abbia informato Kurz della contribuzione offerta dall’amministratore di Novomatic e abbia concordato con lui su come procedere.

Al momento dalle indagini non trapelano indicazioni, che confermino un intervento di Kurz in prima persona per risolvere il problema fiscale di Novomatic in Italia. La Procura anticorruzione propende a credere che Neumann, per conto di Novomatic, avesse versato o anche soltanto promesso un finanziamento illecito all’Övp, in cambio dell’aiuto in Italia. A quanto si è appreso, sarebbero sospettati di corruzione sia Neumann che Blümel, anche se per ora non è stata formulata ufficialmente alcuna accusa. Ricordiamo che in Austria è reato non soltanto versare o incassare una tangente, ma anche semplicemente proporla o, per chi riceve una proposta del genere, non farne denuncia.

Gernot Blümel ha reagito alla perquisizione come reagiscono di solito i politici in circostanze del genere. Ha sostenuto che i sospetti nei suoi confronti erano del tutto infondati e che le cose si sarebbero chiarite al più presto. Ma inevitabilmente la perquisizione a casa sua ha scosso come un terremoto la capitale austriaca. I partiti di opposizione hanno chiesto le dimissioni del ministro, mentre i Verdi, alleati dell’Övp al governo, hanno assicurato piena collaborazione agli inquirenti.

Ieri sera il ministro ha dichiarato di non volersi dimettere. Una decisione temeraria, perché, se nei prossimi giorni o nelle prossime settimane dovessero emergere le prove di un finanziamento illecito di Novomatic, ne andrebbe di mezzo anche Kurz e con lui l’intero governo. Il cancelliere, infatti, ha sempre affermato che mai il suo partito avrebbe accettato soldi dal gioco d’azzardo, dal tabacco e dai produttori di armi. E in tal caso è certo che i Verdi uscirebbero dal governo, aprendo una crisi che sfocerebbe probabilmente in nuove elezioni.

Nuove elezioni, nel bel mezzo della più grave emergenza sanitaria del secolo.

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