Martedì 3 Dicembre 2024

20.11.03 Attentato terroristicco ViennaÈ di matrice islamica l’episodio di terrorismo avvenuto ieri sera nel cuore di Vienna, nel quale quattro civili, due uomini e due donne, sono stati uccisi ed è rimasto ucciso anche uno degli attentatori, in uno scontro a fuoco con la polizia. Si tratta di un ragazzo di 20 anni, originario della Macedonia del Nord, ma con cittadinanza austriaca. Accanto al suo cadavere sono stati trovati un fucile automatico, una pistola e un machete. Indossava anche una cintura che sembrava esplosiva, ma gli artificieri hanno accertato poi trattarsi di un’imitazione.

Il terrorista si chiamava Fejzulai Kujtim ed era già noto alle forze dell’ordine e alla giustizia austriache come simpatizzante dello Stato islamico. Un paio di anni fa aveva tentato di raggiungere la Siria, per unirsi alle milizie dell’Is, ma era stato arrestato per associazione terroristica prima che lasciasse il Paese. Nell’aprile 2020 un Tribunale lo aveva condannato per questo a 22 mesi di reclusione. Nel dicembre dello stesso anno tuttavia era stato rimesso in libertà, potendo beneficiare dello sconto di pena che la legge austriaca concede ai cosiddetti “giovani adulti” (quelli cioè che hanno compiuto i 18 anni, ma non ancora superato i 21).

Lo scontro con la polizia è avvenuto nelle vicinanze della Ruprechtskirche, non lontano dalla sinagoga di Seitenstettengasse, dove tutto aveva avuto inizio. L’identificazione del giovane ha consentito alla Polizia di confermare ufficialmente la natura islamica dell’assalto terroristico. Era una ipotesi subito emersa ieri notte (anche noi l’avevano avanzata in questo blog), ma che né le forze dell’ordine, né il ministro degli Interni, Karl Nehammer avevano voluto formulare, perché in uno Stato di diritto non si dà spazio ai pregiudizi.

Già nel corso della notte le forze speciali della polizia, Wega e Cobra, hanno fatto irruzione nell’abitazione di Kujtim, in cerca di armi e indizi su eventuali complici. Il ministro Nehammer ha riferito che poche ore prima dell’assalto terroristico il giovane aveva postato su Instagram una sua foto con lo ritraeva con due armi in pugno.

Fejzulai Kujtim, come si è detto, era un macedone (della Macedonia che un tempo era stata parte delle Jugoslavia) che aveva ottenuto la cittadinanza austriaca. Non apparteneva, dunque, alle recenti ondate migratorie provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq. Probabilmente la sua famiglia era approdata in Austria nel corso delle guerre balcaniche degli anni ’90, seguite allo sgretolamento della federazione jugoslava.

Anche l’imam, che qualche settimana fa è stato esonerato dall’incarico di assistente militare dei soldati di fede islamica, perché faceva propaganda per la jihad nella caserma “Maria Theresien” di Vienna, non proveniva da Paesi arabi, ma dalla Bosnia. Sia il primo che il secondo, dunque, sono europei e provengono da Paesi, che anzi hanno presentato istanza per entrare a far parte dell’Ue.

Sono elementi da cui non si dovrebbe prescindere, quando si vuole capire le ragioni di questo fanatismo islamico e cercarne la risposta adatta. Mettere nella stessa pentola immigrati balcanici arrivati oltre vent’anni fa con islamici di recente immigrazione o con quelli che sbarcano a Lampedusa serve alla propaganda populista, ma non aiuta a risolvere il problema e a renderci più sicuri.

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