Il terrorismo ha colpito ieri sera nel cuore di Vienna. Colpi di fucile sono stati sparati a caso in sei luoghi diversi intorno alla Schwedenplatz, due persone e uno dei terroristi sono stati uccisi, quindici altre persone sono rimaste ferite, sette di esse in modo grave, per cui il numero delle vittime potrebbe salire ancora. Tra i feriti gravi, un poliziotto.
La sparatoria ha avuto inizio poco prima delle 20 in Seitenstettengasse, il vicolo dove si trova la sinagoga più importante di Vienna, ricostruita dopo le devastazioni perpetrate dai nazisti nel 1938. Tutte le vie e i vicoli intorno appartengono al quartiere ebraico. Non molto lontano, nella Judenplatz, sono situati il museo ebraico e il monumento dedicato alle vittime dell’Olocausto.
Inevitabile pensare che l’episodio di ieri sera abbia una matrice antisemita e possa essere attribuito a terroristi islamici, ma fino a tarda notte né il ministro degli Interni, Karl Nehammer, né alcuna fonte di polizia ha voluto darne questa interpretazione. Sta di fatto che, come ha confermato il presidente della Comunità di culto israelitica di Vienna, Oskar Deutsch, a quell’ora sia la sinagoga che gli uffici della Comunità, situati nello stesso vicolo, erano chiusi e senza persone all’interno. Nessun membro della Comunità è stato colpito e nessun atto vandalico è stato compiuto ai danni della sinagoga.
A tarda notte quattro presunti attentatori sarebbero stati fermati. Dalle loro identità e dalle informazioni che saranno raccolte su di essi si potrà capire meglio la natura e gli scopi dell’episodio terroristico. Gli inquirenti propendono a credere, in ogni caso, che si tratti di un gruppo professionalmente organizzato, che conosceva bene la zona e che ha agito con determinazione, coordinando gli assalti condotti in sei punti diversi e utilizzando fucili mitragliatori.
I primi colpi, come dicevamo, sono stati sparati verso le 20. A quell’ora bar e ristoranti della zona erano affollati, quasi che i viennesi volessero godersi l’ultima serata di libertà, prima del lockdown in vigore da oggi, che comporterà la chiusura dei pubblici esercizi dalle 20 alle 6. Gli attentatori hanno agito quasi contemporaneamente in punti diversi intorno alla Schwedenplatz, la piazza ai limiti del centro storico, che si affaccia sul canale del Danubio. Video ripresi da alcuni cittadini affacciatisi alle finestre ritraggono uomini che sparano all’impazzata contro le persone nei locali e nei negozi.
L’intervento delle forze dell’ordine è stato immediato. Tutta la zona intorno alla Seitenstettengasse e alla Schwedenplatz è stata circondata e sigillata, per impedire ai terroristi di allontanarsi. Uno di essi è rimasto ucciso durante uno scontro a fuoco con la polizia, altri quattro sono stati ammanettati. Nessuno di essi aveva con sé cinture esplosive, come in un primo momento si era temuto. La caccia è continuata durante tutta la notte.
Contemporaneamente all’operazione di polizia si è mossa anche quella del soccorso alle persone colpite nella sparatoria. Un viavai di ambulanze ha portato i feriti prima all’Ospedale generale di Vienna e poi anche in altri ospedali della città, tra cui l’Ospedale Nord. Un servizio extra sulle spalle di infermieri e barellieri già fiaccati da tempo dall’emergenza Coronavirus.
Tramite i social e il proprio sito internet la polizia ha rivolto un appello alle persone a non uscire di casa, a non salire sui mezzi di trasporto pubblico e, se si trovavano per strada, a cercare rifugio in qualche locale pubblico nelle vicinanze. In breve vie e piazze sono diventate deserte. Anche la metropolitana si è fermata per qualche tempo.
Vienna ieri notte era sotto choc, con i suoi abitanti incollati al tv, che ha riferito per ore sull’evolversi della situazione, con servizi in diretta dall’area dell’attentato e con interviste e commenti dallo studio.
Ma tutta l’Austria è sotto choc. Quello di ieri sera è il più grave episodio terroristico a Vienna da lungo tempo. Per ritrovare nel passato qualcosa di simile, si deve risalire al 1985, quando esponenti del gruppo palestinese Abu-Nidal presero d’assalto il banco della compagnia aerea israeliana El Al all’aeroporto della capitale: furono uccisi tre passeggeri e altre 38 persone rimasero ferite; anche uno degli attentatori rimase ucciso.
Dopo 35 anni si sperava che episodi di simile violenza fossero risparmiati alla capitale austriaca. Un’illusione evaporata ieri notte, con quei colpi di fucile mitragliatore, che hanno reso Vienna più simile a Parigi, a Lione, a Londra, a Nizza e ad altre città d’Europa colpite dal terrorismo. Era una delle metropoli “più sicure” del mondo, da ieri non lo è più.
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