Oggi è comparso davanti alla Corte di assise di Klagenfurt Brahim Aboulakjam, 48 anni, accusato dell’omicidio premeditato dell’amante Anna Todde, 49 anni. Avevamo rievocato l’esecrabile fatto di sangue sabato scorso e pochi minuti fa abbiamo pubblicato un resoconto della prima udienza.
L’uomo sarà giudicato da una corte di giudici togati e di giudici popolari, che nel sistema processuale austriaco è chiamata “Geschworenengericht”. Assomiglia alla Corte di assise italiana, ma con alcune differenze che indichiamo qui di seguito, per aiutare i lettori a comprendere meglio come funziona il sistema giudiziario austriaco.
I giudici togati (cioè magistrati di professione) sono tre, compreso il presidente. I giudici popolari (ovvero normali cittadini convocati per l’occasione per svolgere la funzione giudicante, pur non essendo del mestiere) sono otto. Il “Geschworenengericht” entra in funzione quando il capo di imputazione comprende delitti particolarmente gravi, con pene punibili nel minimo con oltre 5 anni di reclusione e nel massino addirittura con l’ergastolo, come nel caso dell’omicidio di Völkermarkt.
A differenza dello “Schöffengericht” (collegio giudicante composto da un magistrato di professione e da due giudici popolari), i giurati del “Geschworenengericht” (la parola “Geschworen” significa appunto “giurato”) non esercitano completamente la funzione giudicante. Non possono, per esempio, interrogare i testimoni. Questo compito spetta solo ai tre giudici togati, da cui i giudici popolari sono addirittura fisicamente separati: hanno un banco appositamente per loro, chiamato per questo “Geschworenenbank”. Sono i tre giudici togati a condurre il processo, a interrogare l’imputato e i testimoni e, alla fine, a predisporre le domande sulla colpevolezza dell’imputato, alle quali i giurati dovranno rispondere semplicemente con un sì o con un no.
La domanda principale riguarderà il reato contestato più grave, che nel processo apertosi oggi è di omicidio volontario premeditato (“ritenete voi l’imputato colpevole del reato ascrittogli ecc.?). Seguiranno altre domande su altri eventuali reati connessi o sull’applicazione di circostanze aggravanti o attenuanti. I membri della giuria non potranno fare disquisizioni, ma, come abbiamo detto, dovranno limitarsi a rispondere a ciascuna domanda con un sì o con un no.
Spetta esclusivamente a loro decidere se l’imputato sia colpevole o non colpevole. I giudici togati entreranno in gioco soltanto qualora i “colleghi” popolari abbiano deciso per la colpevolezza. In tal caso decideranno insieme – togati e non togati – la misura della pena.
La sentenza dei giurati non richiede l’unanimità, come abbiamo visto invece spesso in tv nei processi di rito anglosassone. Si condanna o si assolve a maggioranza: bastano i voti di 5 degli 8 giurati. In caso di parità, vale la sentenza più favorevole all’imputato (il diritto di procedura penale austriaco, erede anch’esso del diritto romano, applica il principio “in dubio pro reo”).
La sentenza emessa dai giurati popolari non deve essere motivata, ragione per cui tali pronunciamenti sono difficilmente sindacabili. Potrebbe però darsi il caso estremo che i giudici togati ritengano sbagliato il verdetto dei giurati popolari. Soltanto in questo caso – e se vi è unanimità nei tre giudici togati – la sentenza potrà essere annullata e il giudizio riproposto a una nuova giuria. Se anche la nuova giuria la penserà allo stesso modo, però, la sentenza diventerà definitiva, piaccia o non piaccia ai giudici togati.
NELLA FOTO, il palazzo di giustizia di Klagenfurt, dove è in corso da oggi il processo per l’omicidio di Völkermarkt del 2008.
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