La voce turismo ha un ruolo importante nel Prodotto interno lordo dell’Austria, a cui concorre con il 16%. Lo confermano i dati relativi al 2019, che segnano un nuovo record: per la prima volta è stato superata la soglia dei 150 milioni di pernottamenti, raggiungendo quota 152,64 milioni (un aumento di quasi il 2% rispetto all’anno prima). È un record anche il numero degli arrivi: 46,18 milioni.
Un quarto dei turisti sono austriaci, che hanno scelto di viaggiare nel loro Paese. Gli ospiti stranieri, che rappresentano gli altri tre quarti, provengono dalla Germania (il numero maggiore), dall’Olanda, dalla Svizzera. Noi italiani siamo quarti.
I cinesi si trovano nella fascia di coda di questa classifica, con un milione di arrivi e 1,5 milioni di pernottamenti. Questa è la ragione per cui qui in Austria, a differenza che in Italia, non c’è alcun allarme per le disdette dovute al Corona virus. “Naturalmente ci dispiace per ogni ospite che rinuncia a farci visita – commenta Petra Nocker-Schwarzenbacher, responsabile del settore turismo della Wirtschaftskammer (la Camera dell’economia) – ma al momento questa fascia di turisti è ancora molto modesta”.
La crescita delle presenze si è registrata in tutti i Länder, ma in misura maggiore in quelli orientali, con il record di Vienna, dove l’aumento è stato addirittura del 6,8%, seguita da Alta Austria (+4,5%), Bassa Austria (+3,5%) e Burgenland (+3,1%). In termini assoluti, il Land che ha dato ospitalità al maggior numero di turisti resta il Tirolo, con 12,4 milioni di arrivi.
L’aumento dei turisti non è di per sé un fenomeno positivo. Può comportare un aumento del traffico sulle strade e un affollamento eccessivo delle città, come sta accadendo a Venezia. In Austria tuttavia questo pericolo non si avverte ancora, perché il boom degli arrivi e dei pernottamenti è stato determinato soprattutto da un allungamento delle stagioni turistiche, non più limitate all’inverno (sci) e all’estate (laghi e montagna). In novembre e dicembre, per esempio, i pernottamenti sono aumentati del 4,5%. La conseguenza è che il record del 153 milioni di presenze è stato possibile senza aumentare il numero dei posti letto, ma utilizzando di più quelli già esistenti.
Quali sono le ragioni del successo austriaco? Le risposte le dà sempre Nocker-Schwarzenbacher. In primo luogo la varietà dell’offerta, in grado si soddisfare esigenze molteplici: il turismo culturale delle città d’arte, le attività invernali, il wellness, l’offerta balneare dei laghi, l’alpinismo.
In secondo luogo l’immagine positiva che l’Austria ha saputo dare di sé nel corso degli anni e che riguarda non soltanto le infrastrutture (la qualità garantita degli hotel e delle case per ferie), ma soprattutto il personale (benché negli ultimi tempi il reclutamento sia diventato sempre più difficile, con necessità di ricorrere all’assunzione di stranieri, non sempre qualificati). Conta inoltre molto il fattore sicurezza: l’Austria è ancora un Paese dove non si teme di essere rapinati o derubati.
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