Venerdì 4 Ottobre 2024

10.03.15 Materiale di propaganda SpöSaranno pure soltanto elezioni amministrative, ma quelle svoltesi domenica in Austria per il rinnovo dei consigli comunali in tre Länder hanno avuto anche un chiaro significato politico: una nuova batosta per l’Spö (partito socialdemocratico), una crescita di popolari (Övp) e liberalnazionali (Fpö), una situazione di stallo per i Verdi. I risultati definitivi, resi noti ieri mattina, meritano attenzione, perché riguardano 2.200.000 elettori, pari a circa un terzo dell’elettorato.

Il dato più importante che emerge è la sconfitta dell’Spö, l’ennesima da quando è alla guida del Paese. Questa volta, accorpando i risultati dei Comuni, la perdita è oscillata intorno al 5%. Nelle elezioni regionali precedenti era andata anche peggio: -7,9 in Bassa Austria, -10,4 in Tirolo, -9,7 in Carinzia,- 6,0 nel Salisburghese, -6,9 nel Vorarlberg e addirittura -13,4 nell’Alta Austria. Alle politiche del 2008 la perdita era stata del 6,1%; alle europee dello scorso anno, del 9,6%.

Insomma, il trend negativo  è evidente e gli analisti ci diranno nei prossimi giorni quali sono le ragioni del “male oscuro” dell’Spö. Compito arduo, perché negli ultimi tre anni questo partito non ha fatto altro che collezionare sconfitte e i tentativi di capirne le ragioni sono tutti falliti. L’impressione è che la socialdemocrazia austriaca – forse non solo quella austriaca – abbia esaurito la sua funzione storica, avendo raggiunto i suoi principali obiettivi, senza essere più in grado di dare risposte alle nuove emergenze poste dalla crisi economica, dalla precarietà del lavoro, dalle paure suscitate a torto o a ragione dai fenomeni migratori.

La crescita dell’Övp (intorno al 2-3%) si spiega in parte con il travaso di voti dall’Spö, in parte con la crisi economica: in tempi difficili, l’elettorato austriaco, di destra e di sinistra, si è sempre affidato al Partito popolare, ritenendolo più competente e più capace di tenere in ordine i conti pubblici e di rilanciare l’economia. Il voto di domenica, inoltre, si è svolto in tre Länder tradizionalmente “popolari”, dove l’Övp si è limitato e recuperare voti perduti nelle precedenti consultazioni.

La crescita dell’Fpö (anch’essa intorno al 2-3%) si presta a due considerazioni. La prima, che gli atteggiamenti di vicinanza al nazionalsocialismo della candidata alla presidenza della Repubblica, Barbara Rosenkranz, non hanno affatto spaventato e/o indignato gli elettori austriaci, che hanno confermato e anzi rafforzato l’appoggio al suo partito nelle consultazioni amministrative. La seconda, che la crescita c’è stata, ma molto modesta rispetto a quella che l’Fpö si aspetta alle presidenziali del 25 aprile. Certo, ieri non si è votato per la presidenza della Repubblica, ma per il rinnovo di consigli comunali, ma è difficile pensare che in poche settimane le scelte degli elettori cambino di molto.

Quanto ai Verdi, lo stallo di domenica è simile a quello registratosi in tutte le elezioni degli ultimi anni. Anche questo partito, come l’Spö, sembra aver esaurito la sua funzione storica. Nato con obiettivi prevalentemente ambientalisti, si è dato nel tempo un programma a tutto campo, come un partito normale. Ma, così facendo, sono venute meno le ragioni per votarlo. Senza considerare, poi, che molte delle sue istanze ambientaliste sono state fatte proprie nel corso del tempo anche dagli altri partiti.

Nella foto, materiale di propaganda usato dai socialdemocratici nella recente campagna elettorale per le comunali. Non è servito molto per evitare una nuova sconfitta.

Lascia un commento