Un incendio di devastanti proporzioni è divampato sabato pomeriggio nell’impianto di riciclaggio Arge Recycling di Nussdorf-Debant, alla periferia orientale di Lienz, il capoluogo del Tirolo Orientale. A distanza di oltre 24 ore la situazione non è ancora sotto controllo. Al fuoco che da ieri sta bruciando il grande impianto e i rifiuti che vi conteneva, si è aggiunta un’esplosione, di cui non si conoscono le cause, che ha causato il ferimento, per fortuna non grave, di sei pompieri. Ora si procede con estrema cautela, al punto tale che persino le manichette degli idranti sono manovrate in prossimità delle fiamme con dei robot.
Inizialmente la preoccupazione maggiore era stata per una stazione elettrica di trasformazione, situata in prossimità dell’impianto. Se le fiamme l’avessero raggiunta, una vasta area della valle, forse lo stesso capoluogo, sarebbero rimasti senza energia elettrica. Questo pericolo è stato sventato, ma ne rimane un altro, non meno grave: l’inquinamento atmosferico.
Una cappa di caligine, visibile fin da lontano, ricopre l’intera zona. Le autorità hanno raccomandato agli abitanti di non uscire di casa, di tenere porte e finestre chiuse, di non utilizzare climatizzatori o impianti di aereazione. Molti hanno incominciato ad avvertire bruciori agli occhi, tosse, malessere. Chi poteva è fuggito sui monti o nelle valli vicine.
Le cause dell’incendio non sono note. L’impianto di Nussdorf-Debant era considerato un modello per il riutilizzo dei rifiuti, spesso visitato da scolaresche. Quando ieri è scattato l’allarme, sono accorsi i vigili del fuoco volontari della locale stazione, i quali però si sono resi subito conto che non potevano farcela da soli. Hanno chiesto aiuto alle altre stazioni. Nell’arco di poche ore sono giunti sul posto uomini dei reparti dell’Alta Carinzia e dal Tirolo, persino dalle lontane stazioni di Kitzbühel e Kufstein, armati di autopompe, manichette, robot, persino droni per sorvegliare l’area dall’alto. Alla fine della giornata e durante tutta la notte erano sul posto oltre 500 pompieri. L’opera di spegnimento è proseguita oggi, peraltro senza troppo successo, con il coinvolgimento di 400 uomini, mentre altri stanno giungendo per dare il cambio a quelli finora al lavoro.
Nel frattempo sono state prese tutte le misure per limitare i danni collaterali. Sospesi tutti gli eventi all’aperto e chiuse le piscine di Lienz e di alcune località vicine e la spiaggia del Tristacher See. La chiusura della piscina di Lienz era prevista fino alle ore 15 di oggi, ma in questo momento resta ancora chiusa, in attesa di un cessato allarme che non è ancora venuto. Per possibili interruzioni della linea elettrica, il traffico ferroviario tra Lienz e San Candido, in val Pusteria, è stato sostituito con pullman. Interrotto anche il traffico ferroviario tra Lienz e Oberdrauburg, in Carinzia. Chiusi gli impianti di risalita in prossimità di Lienz.
Le autorità hanno esortato la popolazione a rinunciare ai “fuochi del Sacro Cuore di Gesù”, che vengono accesi in questi giorni in cima ai monti di tutto il Tirolo, un segno di devozione cristiana che ha tre secoli di storia, non priva di sedimentazioni pagane. L’appello era motivato dal fatto che, in caso di incendi boschivi, non vi sarebbero stati pompieri a disposizione per spegnarli. La richiesta tuttavia è rimasta inascoltata.
FOTO dei vigili del fuoco volontari del Tirolo Orientale.
__________________________
AUSTRIA VICINA è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina
https://www.facebook.com/austriavicina