Aurora Maniscalco, 24 anni, originaria di Palermo e assistente di volo, è deceduta lunedì scorso, per le lesioni riportate nella caduta dal terzo piano della sua abitazione a Vienna, avvenuta il sabato precedente, a tarda sera. I giornali italiani ne hanno ampiamente riferito nei giorni scorsi, ipotizzando un femminicidio.
Qualche lettore ci ha chiesto perché non ne avevamo dato notizia in questo blog. Non lo abbiamo fatto per scelta, forse sbagliando o forse no. Di omicidio (o femminicidio) si parla soltanto in Italia. In Austria la tragedia è stata considerata accidentale, dovuta a un infortunio o a un gesto disperato. La polizia ha svolto le indagini, ha raccolto molte testimonianze, tra cui quella del compagno della vittima, e alla fine ha archiviato il caso, escludendo responsabilità di terzi.
Presumendo che i cronisti italiani non abbiano svolto, a loro volta, indagini parallele a quelle della polizia, dobbiamo dedurre che l’ipotesi di femminicidio sia stata avanzata soltanto in base ai sospetti manifestati dai familiari di Aurora. Quanto gli elementi raccolti dai giornali italiani siano peraltro approssimativi emerge dal fatto, per esempio, che la donna sia stata definita come hostess della compagnia di navigazione aerea Lauda Air. In Italia non se ne sa molto, ma in Austria quasi tutti sono al corrente che Lauda Air non esiste più dal 2013 e che aveva sospeso i voli già l’anno prima.
Tutto questo, naturalmente, non esclude che la famiglia di Aurora abbia ragione e la polizia torto. Ma per noi è stata una ragione sufficiente per non occuparci della vicenda e per non insinuare sospetti di omicidio nei confronti del compagno della defunta, che al momento non è neppure indagato.
NELLA FOTO, tratta dal quotidiano Kronen Zeitung, la vittima Aurora Maniscalco.
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