Mercoledì 4 Dicembre 2024

18.01.31 Heinz Fassmann e Herbert KicklIl canzoniere antisemita della Burschenschaft “Germania” (in tedesco si pronuncia “Ghermania”) continua a tenere banco in Austria. Stiamo parlando del libro di canzoni utilizzato dai membri dell’associazione studentesca di Wiener Neustadt, in una delle quali si incita a “dare gas” per eliminare un altro milione di ebrei e portare così il totale a sette. La scoperta del canzoniere (ne avevamo riferito il 26 gennaio) aveva suscitato scandalo per i suoi versi ripugnanti e per il fatto che vicepresidente da lungo tempo del sodalizio era il candidato capolista dell’Fpö (il partito della destra nazionalista e populista) alle elezioni di domenica scorsa in Bassa Austria, Udo Landbauer.

Le Burshenschaften sono associazioni studentesche di estrema destra, caratterizzate da un esasperato nazionalismo pantedesco. Ne sono membri gran parte dei vertici dell’Fpö, a cominciare dal suo leader e vicecancelliere, Heinz-Christian Strache. Landbauer si era subito dimesso dalla vicepresidenza della Burschenschaft “Germania” (che conta 70 membri), ma non aveva ritirato l’adesione.

Johanna Mikl-Leitner, candidata capolista dell’Övp, uscita trionfalmente vincitrice dalle elezioni di domenica, aveva escluso qualsiasi possibilità di governare insieme con Landbauer. In altre parole, la Bassa Austria, il Land più importante del Paese, non avrebbe avuto una coalizione Övp-Fpö, sul modello di quella appena costituita a livello nazionale.

Nel frattempo vi sono state alcune novità, di cui diamo conto qui di seguito.

La prima è l’inchiesta avviata dalla Procura di Stato di Wiener Neustadt per violazione della legge che vieta la propaganda nazionalsocialista. Sono state sequestrate tutte le copie del canzoniere nella sede della “Germania” (ospitata in una torre delle mura chiamata “Rabenturm”, “torre dei corvi”), per verificare se nel materiale vi siano elementi di reato. È un passo formale, che forse non condurrà ad alcuna incriminazione, perché la pubblicazione del canzoniere risale al 1997 e questo genere di reati si prescrivono dopo vent’anni. I responsabili potrebbero farla franca per un solo anno, ammesso che non si riesca a dimostrare – il che appare quasi impossibile – che anche dopo il 1997 si sia fatto uso del canzoniere.

Quattro le persone indagate: sono quelle che curarono a suo tempo la pubblicazione del canzoniere. E qui arriva la seconda novità: una di queste quattro è un ex alto funzionario del “Magistrat” (organo amministrativo territoriale non elettivo), appartenente all’Spö (Partito socialdemocratico), padre dell’allora presidente della “Germania”. Fu lui a fare i disegni che compaiono nelle pagine del canzoniere ed evidentemente conosceva il contenuto delle canzoni, senza provarne ripugnanza.

C’è da sorprendersi? Non troppo. L’Spö dopo la guerra, pur di guadagnare consensi, aveva accolto nelle sue file molti ex nazisti. Leopold Wagner, per esempio, governatore socialdemocratico della Carinzia, il più importante che il Land abbia mai avuto, era stato a capo della Hitlerjugend e se n’era sempre vantato senza che nessuno battesse ciglio. Non c’è da stupirsi, dunque, se anche in ambienti socialdemocratici si chiudesse un occhio o entrambi gli occhi dinanzi a esternazioni neonaziste. Ma i tempi sono cambiati. La direzione dell’Spö di Wiener Neustadt ha espulso dal partito l’ex funzionario indagato, senza pensarci due volte.

Un altro esponente dell’Spö è stato espulso dal partito quasi in contemporanea anche nel mandamento di Amstetten (siamo nel Mostviertel, la regione sud-occidentale della Bassa Austria). Questa è la terza novità. Il “cacciato” era consigliere comunale di un paese di cui non conosciamo il nome. È finito in carcere perché accusato di abusi sessuali nei confronti della nipotina e di altre due persone (si suppone anch’esse in minore età). Ma l’espulsione ha altre motivazioni. Durante la perquisizione della sua abitazione sono state rinvenute uniformi naziste, bandiere con la svastica, pugnali, pistole, bombe a mano e pugni di ferro. Un altro socialdemocratico con nostalgie per il Reich o un semplice collezionista? La direzione dell’Spö di zona non si è neppure posta la domanda e in men che non si dica ha deciso l’espulsione.

E veniamo all’ultima novità, quella più importante. Ieri mattina, a margine della riunione del governo, il ministro degli Interni, Herbert Kickl, ha comunicato alla stampa che il suo ministero, d’intesa con quello della Giustizia, ha avviato le procedure per sciogliere la Burschenschaft “Germania”. Kickl ha spiegato che l’iniziativa è stata assunta in seguito alla scoperta del canzoniere antisemita e in applicazione della legge che disciplina le associazioni. Qualora le indagini della magistratura dovessero confermare la natura illegale del libro, il ministro disporrebbe di sua iniziativa la soppressione dell’associazione.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Kickl non ha saputo dire quando ciò avverrà, se già nel corso dell’inchiesta o soltanto dopo una sentenza di condanna. Tutto fa ritenere che lo scioglimento verrà decretato se risulterà evidente la natura illegale dell’iniziativa della Burschenschaft, anche qualora non si dovesse giungere a una condanna degli indagati per prescrizione del reato.

Si tratta di una novità importante, perché Kickl è un esponente proprio di quell’area della destra austriaca nazionalista cui appartengono le Burschenschaften, pur non facendone lui parte (ma sono “Burschenschaftler”, ovvero membri di Burschenschaften, molti dei collaboratori di cui si è circondato al ministero). Che sia stato proprio Kickl – e non invece un rappresentante dell’Övp – a minacciare lo scioglimento dell’associazione di Wiener Neustadt è un fatto che segna una nuova, significativa presa di distanza dai nostalgici del Reich. È un gesto che non ci si attendeva da un personaggio come Kickl, perché va contro una parte dell’elettorato dell’Fpö. Proprio per questo è da escludere che il ministro degli Interni abbia preso l’iniziativa da solo, senza il preventivo consenso di Strache. Al contrario, è probabile che sia stato proprio Strache a indurlo a comportarsi in questo modo.

Possiamo parlare di una destra austriaca non più gravata dal fardello nazionalsocialista? La domanda resta per ora senza risposta. Potrebbe trattarsi di una scelta tattica dell’Fpö per accreditarsi sulla scena politica internazionale. Insomma, soltanto una questione di immagine. Il dubbio è legittimo. Anche Haider a suo tempo aveva fatto concessioni alla minoranza slovena della Carinzia e aveva invitato a spese del Land famiglie di vittime del nazismo a far visita alla terra dei loro padri. Ma, anche rimanendo dubbiosi, converrà d’ora in avanti tener d’occhio questo partito, perché potrebbe trattarsi davvero di una svolta storica.

 

NELLA FOTO, il ministro degli Interni, Herbert Kickl (a destra), con il ministro dell’Istruzione, Heinz Fassmann, durante l’incontro di ieri mattina con i giornalisti, in cui ha annunciato il procedimento di scioglimento della Burschenschaft “Germania”.

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