Sabato 14 Dicembre 2024

20.05.05 Heiko MaasSe il governo austriaco sperava in una prossima apertura dei confini con la Germania, per permettere ai tedeschi di fare le loro vacanze in Austria, ieri ha dovuto subire un’altra doccia fredda. L’ottimismo austriaco sull’evoluzione dell’epidemia da Coronavirus non è condivisa dai cugini tedeschi, dove ci si sta muovendo con molta cautela, perché – per dirla con il capo dello Stato, Frank-Walter Steinmeier – si è convinti che il picco dell’epidemia deve ancora arrivare.

Il cancelliere Sebastian Kurz e la ministra per il turismo Elisabeth Köstinger contavano molto sull’arrivo dei turisti dalla Germania e probabilmente ci contano ancora. La loro presenza negli hotel, nelle pensioni, nei campeggi, nei rifugi alpini costituisce, infatti, la voce più importante nelle statistiche turistiche dell’Austria. Basti dire che nel 2019, su 156,6 milioni di pernottamenti, un record storico, quelli dovuti agli ospiti tedeschi erano 56,7 milioni. In altre parole, un ospite su tre era arrivato dalla Germania.

Per un confronto: gli olandesi, che si collocano al secondo posto, erano soltanto 10,3 milioni. Noi italiani eravamo al sesto posto con 2,9 milioni. Sono questi numeri che spiegano l’interesse austriaco a vedere riaperti i valichi di frontiera con la Germania, molto più di quelli con l’Italia, dove peraltro i problemi connessi con l’epidemia sono ben più gravi.

Ma dalla Germania giungono ripetuti richiami alla cautela. Non ha alcun dubbio il ministro degli Esteri, Heiko Maas (nella foto): “Se le persone non soltanto possono volare all’estero, ma possono anche far ritorno con sufficiente sicurezza, allora potremmo revocare gradualmente l’allerta sui viaggi”. Perché la preoccupazione del ministro non è che i suoi connazionali vadano a nuotare nei laghi della Carinzia o si arrampichino sul Grossglockner. Ciò che lui teme è che al ritorno portino a casa nelle valigie anche il Coronavirus. Il ricordo dei contagi dovuti a una irresponsabile gestione del turismo a Ischgl è ancora fresco. “Non possiamo permetterci gesti precipitosi – aggiunge Maas – Non possiamo ancora veder tornare dalle vacanze estive un quarto di milioni di persone”.

Anche il ministro degli Interni, Horst Seehofer, si era già espresso contro una prematura ripresa dei viaggi tra Germania e Austria. “Finché anche il virus non andrà in ferie – aveva dichiarato – noi dovremo porre un freno ai nostri progetti di viaggio”. E aveva aggiunto: “Nessuno vuole limitare la libertà di movimento dei cittadini più a lungo di quanto sia necessario. Ma aperture da incoscienti, che in seguito si ripercuoterebbero in forma di crescita dei contagi, non aiutano nessuno”.

Tutte le misure per il contenimento dell’epidemia erano state decise in marzo dalla cancelliera Angela Merkel, d’intesa con i presidenti dei vari Länder. Alcune delle limitazioni decise allora sono state revocate, ma non quelle riguardanti i viaggi all’estero, che, anzi, mercoledì scorso sono state prolungate fino a metà giugno.

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