Lunedì 7 Ottobre 2024

L’Austria presta molta attenzione ai suoi ciclisti. Quelli che praticano il cicloturismo hanno a loro disposizione migliaia di chilometri di piste ciclabili, dallo storico tracciato lungo il Danubio, (dal confine di Passau a Vienna e oltre) alla pista della Drava, che dal confine con l’Italia di Sillian attraversa in tutta la sua larghezza la Carinzia, seguendo il corso del fiume fino alla Slovenia.

Ma l’attenzione è rivolta anche ai ciclisti di città. A quelli, cioè, che usano la bicicletta nelle strade urbane, non per turismo, ma per andare al lavoro o per fare la spesa. C’è un occhio di riguardo nei loro confronti – soprattutto da parte del governo in carica, in cui fanno sentire la loro voce i Verdi – perché la mobilità su due ruote a pedali riduce il traffico nei centri storici e di conseguenza anche l’inquinamento.

L’ultimo segnale di attenzione nei loro confronti è dato dalle nuove norme del Codice della strada, entrate recentemente in vigore. La prima riguarda la sicurezza del ciclista. D’ora in avanti per sorpassarlo gli automobilisti dovranno tenersi a una distanza di almeno un metro e mezzo sulle strade urbane; al di fuori dei centri abitati la distanza di sorpasso sarà di 2 metri. Questi limiti vengono meno soltanto se si procede a una velocità inferiore ai 30 chilometri all’ora. Il rispetto di queste distanze vale per i ciclisti, ma anche per gli scooteristi.

Una delle nuove norme di circolazione stabilisce anche quando i ciclisti possano procedere appaiati. È consentito, ovviamente, sulle piste ciclabili, ma anche sulle strade con auto, su cui vige il limite di 30 chilometri all’ora. Il procedere in coppia è vietato sulle strade con diritto di precedenza, su quelle a senso unico (se si pedala in senso contrario), in presenza sul terreno di rotaie di tram. La nuova norma a questo punto si fa vaga e di incerta applicazione: divieto di viaggiare appaiati se ciò comporta pericolo per qualcuno, se il volume di traffico non lo consente, se ciò impedisce il sorpasso da parte di altri veicoli.

C’è una curiosa eccezione alla norma generale: se il ciclista è un bambino sotto i 12 anni, il genitore o l’adulto che lo accompagna può stargli a fianco su tutte le strade, anche quelle di grande traffico. Non può farlo, ovviamente, soltanto se sul lastricato vi siano rotaie di tram.

Le ultime novità per i ciclisti riguardano gli incroci regolati da semaforo. Se è rosso, non si passa. Ma, se l’incrocio è a “T”, si può girare a destra o andare diritti, se all’incrocio è presente il cartello apposito, con disegno della bicicletta e freccia verde indirizzata a destra o in alto. La norma precisa che prima di impegnare l’incrocio ci si deve fermare (il cartello con bicicletta e freccia presenta anche la scritta “nach Halt”, “dopo essersi fermati”) e controllare di non mettere in pericolo o impedire il movimento di altri utenti della strada, non solo veicoli a motore, ma anche ciclisti o pedoni, per il quali il semaforo segna verde.

E in Italia come ci si comporta? Alcuni sono convinti che la distanza di sorpasso di un metro e mezzo sia in vigore anche da noi, ma non è così. L’equivoco nasce dal fatto che esiste un disegno di legge in tal senso, che prevede l’aggiunta all’art. 148 del Codice della strada del seguente comma: “È vietato il sorpasso di un velocipede a una distanza laterale minima inferiore a un metro e mezzo”. Ma, come dicevamo, non è una legge, ma un disegno di legge. Attualmente, dunque, la normativa si limita a imporre “un’adeguata distanza laterale per il sorpasso di bici”. Che vuol dire tutto e niente.

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