Sabato 14 Dicembre 2024

22.05.03 Vienna, Rosewood Hotel (ex Erste Bank) al Graben“Das Triest”, il design-hotel all’inizio della Wiedner Hauptstrasse, tra una settimana chiuderà i battenti. Due anni di pandemia e ora la crisi ucraina hanno allontanato la clientela internazionale su cui puntava maggiormente. In queste condizioni un hotel di classe superiore, con una cucina che si fregia di tre cappelli Gault-Millau, non può sopravvivere. I proprietari hanno deciso così di tirare i remi in barca. Avrebbero avuto le risorse per andare avanti ancora per un po’, ma hanno scelto di non farlo – ha spiegato il loro portavoce – per la mancanza di prospettive a medio termine e quindi per non bruciare inutilmente altro denaro.

La fine dolorosa di “Das Triest” potrebbe segnare l’inizio di una serie di fallimenti o chiusure nel settore alberghiero, soprattutto in quello di Vienna che ne ha sofferto di più? Gli addetti ai lavori rispondono di no. Al contrario, sono ottimisti sul futuro, anche se in questi due anni hanno dovuto accontentarsi di una clientela dimezzata rispetto al 2019, che aveva battuto ogni record per numero di arrivi e pernottamenti.

È ben vero che il numero delle strutture ricettive si è ridotto del 18%, ma il numero dei posti letti si è ridotto solo del 10%. Questa differenza rivela che a chiudere sono state soprattutto gli hotel e le pensioni di dimensioni medio-piccole o gli appartamenti dati in affitto ai turisti (che sono stati tolti dal mercato turistico, per essere destinati alla normale locazione abitativa). Il 78% degli appartamenti per ferie austriaci che dopo due anni di pandemia sono usciti dal settore turistico si trovano a Vienna.

Gli alberghi che hanno sopportato meglio la burrasca epidemica sono quelli di grandi dimensioni. È bastato loro chiudere temporaneamente un paio di piani, per adeguare la ricettività alla domanda del momento, riducendo così alcune spese fisse. Inoltre tutti gli albergatori, grandi e piccoli, hanno ricevuto ristori dallo Stato variabili dal 50 al 70 per cento delle perdite subite. Alcuni hanno sospeso temporaneamente l’attività, confidando sull’indennizzo pubblico. Altri, soprattutto quelli di livello superiore, sono rimasti ostinatamente aperti, anche in assenza di ospiti, per non perdere il personale qualificato di cui disponevano e che in Austria è diventato ormai merce rara.

Un fenomeno apparentemente contradditorio, di cui abbiamo già dato notizia in questo blog, è dato dall’apertura a Vienna di molti hotel nuovi, che hanno aumentato la ricettività di 7.000 posti letto. L’ultimo di cui abbiamo notizia è un hotel del gruppo Rosewood, che sarà aperto in luglio nella ex sede centrale di Erste Bank, al Graben, ovvero nel cuore di Vienna, tra la Hofburg e il duomo di Santo Stefano. Non dovrebbe sussistere il rischio di un’offerta eccessiva di posti letto, dicono, perché queste catene alberghiere dove mettono piede portano con sé anche la loro clientela.

 

NELLA FOTO, il palazzo della Erste Bank al Graben, che da luglio ospiterà un hotel a 5 stelle della catena Rosewood.

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