Martedì 3 Dicembre 2024

21.03.18 Sebastian Kurz scarica colpe su altri (vignetta Sinisa Pismestrovic, LZ)Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz è diventato lo zimbello dei tedeschi, dopo la lettera di protesta inviata a Bruxelles, in cui accusa l’Unione Europea di aver favorito sottobanco alcuni Paesi nella distribuzione dei vaccini, penalizzandone altri. La “Frankfurter Allgemeine Zeitung” ha titolato addirittura: “A Bruxelles ci si burla della lettera di Kurz”.

E l’atteggiamento non è migliorato dopo il vertice convocato dal cancelliere a Vienna di rappresentanti di altri governi che lamenterebbero di aver ricevuto minori quantità di dosi di vaccino. All’incontro hanno partecipato i capi di governo di Bulgaria, Bojko Borissow, Cechia, Andrej Babis, e Slovenia, Janez Jansa. Per videoconferenza si sono associati anche i premier di Lettonia, Krisjanis Karins, e Croazia, Andrej Plenkovic.

Chi segue questo blog sa di che cosa stiamo parlando. La strategia seguita dall’Ue era stata di acquistare i vaccini per conto dei 27 Stati membri e poi consegnarli a ciascuno di essi in proporzione alla popolazione. Ma non tutti i vaccini avevano lo stesso prezzo e non tutti si prestavano ad essere conservati allo stesso modo. Il vaccino di Pfizer-Biontech, per esempio, costava sette volte di più di quello di AstraZeneca. Inoltre doveva essere tenuto a una temperatura costante di 70 gradi sotto zero fin poco prima di essere inoculato.

Alcuni Paesi, perciò, avevano rinunciato alla consegna di parte delle dosi di Pfizer-Biontech, scommettendo tutto su AstraZeneca. “Scommettere” è la parola usata nell’articolo scritto da Werner Mussler per la “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, quello nel cui titolo si dice che “a Bruxelles ci si burla” di Kurz. Perché in effetti si era trattato di un azzardo. Ha giocato d’azzardo il cancelliere austriaco, pensando di essere più furbo, e hanno giocato d’azzardo i governi degli altri Paesi che ora si sono uniti a lui nell’accusare l’Ue di aver trattato “clandestinamente” la ripartizione delle quote dei vaccini. Avevano scommesso su AstraZeneca e hanno perso, perché, come sappiano oggi, questa casa farmaceutica sta consegnando 100 milioni di dosi, mentre nel primo semestre ne avrebbe dovuto consegnare 300.

La lettera di Kurz ha suscitato stupore e ha fatto scuotere il capo a Bruxelles. Perché la spartizione dei vaccini era avvenuta alla luce del sole e i criteri stabiliti non erano stati “scoperti soltanto negli ultimi giorni”, come lamentato da “Basti”. Lo ha spiegato due sere fa, al telegiornale dell’Orf, Martin Selmayr, rappresentante della Commissione europea a Vienna. Quello che il cancelliere aveva definito “un bazar” era stata invece qualcosa di analogo a “una conferenza istituzionalizzata di governatori a livello europeo”. I rappresentanti di tutti gli Stati si erano seduti attorno a un tavolo e avevano approvato la ripartizione dei vaccini. Quando alcuni avevano rinunciato a parte dei vaccini loro spettanti, quelle dosi erano state rimesse in distribuzione ad altri, con il consenso di tutti.

Si stenta a credere – ha osservato un diplomatico – che tali decisioni fossero prese senza che i governi ne fossero a conoscenza. “Se Kurz effettivamente non ne era informato – ha soggiunto – significa che non ha la situazione sotto controllo. Ma, come è più probabile, lui ne era informato eccome! In tal caso Auer sarebbe una vittima sacrificale e la lettera all’Ue una manovra diversiva”.

Il nome citato è quello di Clemens Martin Auer, fino alla scorsa settimana incaricato del governo austriaco nel Comitato Ue per i vaccini, di cui era co-presidente. Molti politici populisti scaricano le colpe sull’Ue, fingendo di non sapere che l’Europa sono gli Stati che ne fanno parte e che le decisioni vengono prese dai loro rappresentanti. In questo caso da Auer, che aveva partecipato a tutte le fasi di acquisto e distribuzione dei vaccini, in un ruolo di primo piano.

È immaginabile che Auer avesse deciso tutto da solo, su una questione così cruciale per l’Austria, come per tutto il resto del mondo, senza il consenso di Vienna? Lunedì ne è stata data questa versione e il ministro della Salute, Rudolf Anschober lo ha rimosso immediatamente dall’incarico a Bruxelles.

Alla luce della rimozione di Auer, che prova indirettamente che a Bruxelles non c’è stato alcun “bazar”, non si capisce quali risultati potrà mai ottenere la lettera spedita da Kurz, di cui lui vorrà che se ne parli nella prossima riunione dei capi di Stato e di governo prevista nel fine settimana. È impensabile, infatti, che gli Stati che hanno ricevuto più dosi di vaccino degli altri (avendo legittimamente acquistato quelle a cui l’Austria e altri avevano rinunciato) siano disposti a restituirle.

L’unico risultato sarà quello di incrinare i rapporti con l’Olanda, che Kurz accusa di essersi accaparrata dosi in soprannumero. L’Olanda, come si ricorderà, è uno dei quattro “paesi frugali” o “spilorci”, a detta di qualcuno (gli altri sono Austria, Danimarca e Svezia), che nel febbraio dello scorso anno si opponevano all’emissione di Eurobond, per aiutare Paesi in difficoltà come l’Italia. Ora anche l’Olanda è nel mirino di Kurz, che già non gode di buoni rapporti con la Germania e nemmeno con l’Italia. Il giovane “Basti” continua ad avere un largo consenso in patria, ma sta portando l’Austria verso l’isolamento internazionale.

 

NELLA VIGNETTA di Sinisa Pismestrovic, apparsa ieri nella “Kleine Zeitung”, si vede una caricatura di Sebastian Kurz, che sottolinea l’abitudine del cancelliere di scaricare su altri (questa volta sul “bazar” dell’Europa) la colpa di guai di cui invece è lui il responsabile.

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