In Austria c’è il detto “nach der Wahl ist vor der Wahl”: “dopo l’elezione è prima dell’elezione”. Crediamo di interpretarlo nel senso che, superata un’elezione, già si pensa a quella che verrà dopo. È ciò a cui assistiamo nei partiti italiani dopo il voto di domenica per l’Europarlamento. C’è chi festeggia e chi si lecca le ferite, ma tutti stanno già mettendo i remi in acqua in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. È un atteggiamento deleterio, perché gli obiettivi a breve termine condizionano le politiche a lungo termine. Crediamo che sia stato Alcide De Gasperi a dire che “il politico guarda alle prossime elezioni, mentre lo statista guarda alle prossime generazioni”.
Viviamo in un’epoca di politici e non di statisti. Accade così anche in Austria e accade soprattutto quest’anno, dato che in autunno si terranno le elezioni politiche per la rielezione del Nationalrat, il Parlamento, e successivamente le elezioni anche nel Vorarlberg e in Stiria. Insomma, gli austriaci sono proprio “nach der Wahl und vor der Wahl”.
Questo lungo preambolo per annunciare che domani, mercoledì, il governo fisserà il giorno delle elezioni politiche. Era noto che si sarebbero tenute in settembre, ma ora sappiamo con precisione che si terranno il 29 settembre, ultima domenica del mese. La data sarà ufficializzata domani. Per la verità ne aveva parlato il ministro dell’Agricoltura già in gennaio, ma senza alcuna conferma. Evidentemente il governo ha preferito comunicarla ufficialmente dopo le elezioni europee.
Al giorno fissato mancano solo tre mesi e mezzo, un tempo molto ristretto, considerando che la campagna elettorale non potrà svolgersi in agosto, mese consacrato alle ferie. Rimarranno così soltanto le quattro settimane di settembre, un tempo limitato, che però ha il vantaggio di far risparmiare sulle spese per la propaganda.
Come per le elezioni europee, anche quelle politiche si terranno in una sola giornata. L’Austria non tenta di sedurre gli elettori riottosi o pigri allungando i tempi del voto a due giornate, come in Italia, nella convinzione che chi non ha voglia di votare non cambierà idea solo perché avrà più tempo per farlo.
In realtà il tempo per votare non è di un’intera giornata. In Austria i seggi sono aperti in genere dalle 6 alle 16. Nel Vorarlberg chiudono addirittura alle 12. Soltanto a Vienna e in alcune altre città chiudono alle 17. Nonostante il poco tempo a disposizione, domenica scorsa ha votato il 60% della popolazione. In Italia, con seggi aperti dal pomeriggio di sabato alle 23 di domenica la partecipazione è stata del 49%.
NELLA FOTO, il candidato capolista dell’Fpö, Harald Vilimsky (a destra), esulta con gli occhi chiusi dopo la vittoria alle elezioni di domenica; al suo fianco, il segretario del partito, Herbert Kickl.
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