Waidhofen an der Ybbs è un comune della Bassa Austria, piccolo, ma non proprio piccolissimo. C’è tutto quel che serve, dalle scuole superiori all’ospedale. C’è persino una piccola orchestra, la Waidhofner Kammerorchester, di cui recentemente hanno scritto i giornali, perché nel corso degli anni ha ricevuto finanziamenti da Novomatic, colosso austriaco del gioco d’azzardo, presente in tutto il mondo con casinò, slot machine, telegioco e altro (in Italia con le sale da gioco Admiral).
Come era venuto in mente a Novomatic di sostenere quel modesto ensemble musicale? Che c’entri il fatto che a dirigerlo è Wolfgang Sobotka, uomo di spicco del Partito popolare (Övp) e attuale presidente del Parlamento?
A pensar male si fa peccato – diceva quel tale – ma spesso ci si indovina. Wolfgang Sobotka è un politico degno di rispetto e, cosa non frequente nei politici, è un uomo di cultura, con laurea in storia all’Università di Vienna, un diploma in violoncello e il titolo di direttore d’orchestra conseguito al “Brucknerkonservatorium” di Linz.
E purtuttavia un politico non può sottrarsi al giudizio sull’opportunità dei suoi rapporti con un’azienda come Novomatic, generosa ma sempre interessata ad avere qualcosa in cambio. Tanto più che il colosso austriaco dell’azzardo ritorna in campo anche per gli “aiutini” offerti all’Istituto “Alois Mock”, fondato e presieduto dallo stesso Sobotka.
Anche su questo secondo gesto di magnanimità di Novomatic si sarebbe potuto chiudere un occhio, se non fosse che l’azienda è al centro, con altre società, delle indagini condotte dalla commissione d’inchiesta parlamentare, costituita dopo lo scandalo di Ibiza. Si ricorderà che in quell’isola fu tesa una trappola al leader dell’estrema destra austriaca, Heinz-Christian Strache, facendolo incontrare con una sedicente nipote di un oligarca russo, intenzionato a investire in Austria.
In quell’occasione Strache ipotizzò di procurare appalti pubblici allo “zio russo” in cambio di tangenti e spiegò ai suoi interlocutori – le sue parole sono registrate in un video reso pubblico lo scorso anno, che segnò la fine della sua carriera politica – che le “mazzette” non sarebbero state versate direttamente al partito, l’Fpö, ma a società non profit a lui vicine, in modo da eludere il controllo della Corte dei conti e permettere di incassare i soldi senza che l’opinione pubblica ne fosse informata. Ignorando di essere registrato da una “candid camera”, Strache aveva snocciolato i nomi di una serie di società e imprenditori che con questo stratagemma avrebbero finanziato vari partiti e a proposito di Novomatic aveva precisato: “Quella paga tutti”.
Insomma, Strache aveva descritto uno scenario nel quale il finanziamento illecito ai partiti – a tutti i partiti, tranne che ai Verdi e alla neonata Neos – sarebbe stata prassi consolidata. Giustificata, pertanto, la costituzione della commissione d’inchiesta, composta da esponenti parlamentari di tutti i gruppi. Presieduta da chi? Ma dal presidente del Parlamento, Wolfgang Sobotka, of course!
In altre parole la commissione è chiamata a indagare su supposti finanziamenti illeciti di cui anche il suo presidente sarebbe stato beneficiario. Tant’è che in una delle sedute della commissione Sobotka è comparso non per presiedere i lavori, ma per essere interrogato come parte in causa. Sono compatibili i due ruoli? Ad alcuni è parso di no e ne hanno sollecitato le dimissioni. Ovviamente lo hanno fatto i partiti di opposizione, scontrandosi con il rifiuto netto di Sobotka di fare un passo indietro.
La novità degli ultimi giorni è che dai lavori della commissione è risultato che gli “aiutini” all’Istituto “Alois Mock” non erano proprio “aiutini”, ma qualcosa di più: 100.000 euro versati sottobanco tra il 2013 e il 2019. A questo punto alle voci di chi chiede a Sobotka di farsi da parte, per non condizionare i lavori della commissione, si sono unite anche quelle dei Verdi, che sono alleati di governo dell’Övp, il partito del presidente. Non solo, anche un esponente storico dell’Övp, Heinrich Neisser, già vicepresidente del Parlamento, ha chiesto al collega di partito di lasciare la presidenza della commissione d’inchiesta a Doris Bures, socialdemocratica, seconda presidente del Parlamento.
NELLA FOTO, Wolfgang Sobotka nella sua seconda veste di direttore della Waidhofner Kammerorchester.
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