Giovedì 12 Giugno 2025

Come sempre, le feste dell’Italia sono più sentite all’estero, che in patria. Anche quella di ieri, che ha celebrato la nascita della Repubblica. C’entra ovviamente la nostalgia degli italiani che vivono lontano da casa e che avvertono la necessità di sentirsi parte di una comunità. Mentre per chi sta in Italia tutto ciò è scontato.

Questo sentimento era palpabile nella festa del 2 giugno che l’Ambasciata d’Italia a Vienna ha organizzato ieri per la seconda volta nel giardino dell’Istituto italiano di cultura, una insospettata oasi verde nel cuore della città. Circa duecento i partecipanti all’evento, che hanno ascoltato con commozione l’Inno d’Italia, molti accompagnandolo con la voce.

Nostalgia della patria lontana, ma senza deviazioni scioviniste. Gli italiani che vivono a Vienna rimpiangono i luoghi e le cose che hanno lasciato nel loro Paese, ma amano anche il Paese che li ha accolti e si sentono più di altri cittadini d’Europa. Per questo hanno ascoltato con silenzioso rispetto anche l’inno austriaco (“Land der Bergen…”) e l’inno europeo, eseguiti subito dopo quello italiano.

Il saluto ai presenti è stato rivolto dall’ambasciatore Stefano Beltrame, che ha pronunciato parole di ottimismo per il futuro. Abbiamo avuto gli anni del Covid – ha detto – seguiti dalla guerra in Ucraina e le cose non sono andate così male come molti temevano. Dopo di lui hanno parlato l’ambasciatore Alessandro Cortese, rappresentante permanente presso le Organizzazione Internazionali di Vienna, e l’ambasciatore Stefano Baldi, rappresentante permanente all’Osce.

Baldi ha sottolineato il difficile lavoro dell’organizzazione internazionale in questo tempo colpito dalla guerra contro l’Ucraina. “Siamo al fianco del popolo ucraino – ha affermato – che lotta anche per noi”.

NELLA FOTO, l’ambasciatore d’Italia a Vienna, Stefano Beltrame (al centro), mentre si accinge a rivolgere il suo saluto agli ospiti. Al suo fianco i rappresentanti permanenti alle Organizzazioni Internazionali di Vienna, Alessandro Cortese, e all’Osce, Stefano Baldi.

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