Martedì 3 Dicembre 2024

18.02.18 Doppia cittadinanza, doppio passaporto Italia-AustriaDoppia cittadinanza, doppio passaporto? Per un po’ non ne sentiremo più parlare. Era un obiettivo caro all’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, che voleva concedere questo “privilegio” ai cittadini del Sud Tirolo di lingua tedesca e ladina. Caduto il governo di cui facevano parte, in seguito allo scandalo delle tangenti russe che aveva travolto il loro leader Heinz-Christian Strache, il nuovo governo turchese-verde ha archiviato l’argomento.

È evidente che i Verdi sono contrari a una doppia cittadinanza, che interessa a una minoranza dei sudtirolesi e che avrebbe soltanto lo scopo di riaccendere inutilmente tensioni etniche fortunatamente sopite nel corso degli anni, grazie a una intelligente politica di convivenza e di integrazione. Per i Verdi, sudtirolesi e austriaci sono entrambi cittadini d’Europa, come appare anche sul frontespizio dei passaporti rilasciati dai relativi Stati di appartenenza, e tanto basta.

Per l’Övp la questione non è all’ordine del giorno. Avevano appoggiato la proposta del doppio passaporto nel precedente governo, per lealtà nei confronti dei loro alleati di allora (ma ribadendo sempre la necessità di procedere soltanto d’intesa con il governo italiano), così come avevano accettato a denti stretti la richiesta degli stessi alleati di allora di tollerare le sigarette negli esercizi pubblici. Ora gli alleati sono cambiati e quindi di doppio passaporto non si discute più ed è tornato il divieto di fumo dove si mangia e si beve.

Ma siamo sicuri che il doppio passaporto sia stato davvero archiviato? Basta il fatto che nel programma del nuovo governo non se ne parli? Qualcuno potrebbe obiettare che non è così, che il programma definisce le linee generali dell’azione di governo e che la questione della cittadinanza austriaca per i sudtirolesi potrebbe tornare di attualità.

Non è così. Il programma del nuovo governo Övp-Verdi è dettagliatissimo e occupa 326 pagine. È articolato in sei capitoli, che vanno dalle istituzioni dello Stato all’economia, dall’ambiente e dal clima alle infrastrutture e all’agricoltura, dai temi sociali (sicurezza, giustizia, lotta alla povertà) alla formazione e alla ricerca.

Il capitolo 4 è dedicato alla politica estera. Si parla di Europa, di immigrazione, di integrazione, di sicurezza. Il capitolo è a sua volta suddiviso in sezioni e sottosezioni. In una di queste si parla esplicitamente del Sud Tirolo (che noi in Italia chiamiamo Alto Adige). Riportiamo integralmente il testo.

“L’Austria sarà anche in futuro a fianco del Sud Tirolo, per svolgere la sua funzione tutrice. 50 anni dopo l’approvazione del “pacchetto”, che ha posto le basi della moderna autonomia della regione, il Sud Tirolo è oggi un modello esemplare sul piano internazionale di un percorso riuscito, che da un conflitto condotto anche con la violenza ha portato al dialogo e al leale impegno per trovare soluzioni e a una vissuta tutela delle minoranze”.

“È responsabilità comune dell’Austria e dell’Italia garantire l’autonomo sviluppo e promuovere ulteriormente l’autonomia del Sud Tirolo, in stretta intesa con le rappresentanti e i rappresentanti dei gruppi linguistici tedesco e ladino”.

“Particolare importanza viene attribuita alla ricostituzione delle competenze andate perdute dopo il rilascio della quietanza liberatoria del 1992, ove le limitazioni non siano riconducibili al diritto dell’Unione”.

Il testo è importante per quello che dice, ma soprattutto per quello che non dice. Non c’è alcun cenno alla doppia cittadinanza. Se fosse stata intenzione di questo governo riproporla, la troveremmo sicuramente menzionata. Il fatto che invece non ve ne sia traccia significa evidentemente che l’argomento è chiuso.

Ed è curioso che a chiuderlo siano stati i Verdi, nuovi partner di governo dell’Övp. I Verdi non sono gli interlocutori preferiti dei sovranisti italiani, ovviamente contrari alla doppia cittadinanza. I loro interlocutori preferiti sono i sovranisti austriaci dell’Fpö, ossia del partito che invece avrebbe voluto concedere quella doppia cittadinanza. Sembra un paradosso, ma non lo è. Non lo è perché è nella natura dei sovranisti curare i propri interessi e fregarsene di quelli degli altri. Lo si è visto nel caso dei profughi qual è stato l’atteggiamento dei Paesi di Visegrad. Lo si sta vedendo ora con la doppia cittadinanza per i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina. Non dobbiamo stupircene: sovranisti e nazionalisti possono protestare insieme contro l’Europa, vagheggiando un ritorno agli Stati nazionali, ma non possono solidarizzare tra loro, perché sovranismo fa rima con egoismo, non con solidarietà. Ed è una fortuna che sia così.

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