Da domani l’ingresso in Austria per gli italiani sarà più complicato e soprattutto richiederà molto, molto più tempo. Sono previsti controlli sanitari alle frontiere e sono stati cancellati alcuni collegamenti aerei e ferroviari. Per la prima volta, da quando il Coronavirus ha fatto la sua apparizione in Europa, il governo austriaco ha deciso di porre un freno agli arrivi dall’Italia, considerata il principale focolaio dell’epidemia e quindi la principale minaccia per la salute pubblica nel Paese.
In Austria il fenomeno non è paragonabile per dimensione a quello italiano. Basti dire che fino a ieri sera (bollettino del Ministero della Sanità delle 19) le persone contagiate erano 81, di cui solo un paio in gravi condizioni. E pur tuttavia la situazione è vissuta con allarme, tanto da indurre il governo a prendere drastici provvedimenti, che sono stati comunicati venerdì a tarda sera, in un’ora assolutamente inconsueta. L’Orf, la tv pubblica, ha dovuto modificare il suo palinsesto, per poter trasmettere in diretta una conferenza stampa convocata senza preavviso dal cancelliere Sebastian Kurz, con al fianco il ministro della Sanità, Rudolf Anschober, appena rientrato dalla conferenza dei ministri della Sanità europei a Bruxelles, e il ministro degli Interni, Karl Nehammer.
L’obiettivo – ha spiegato Kurz – non è chiudere i confini, ma adottare misure che rallentino i flussi di persone e quindi il diffondersi del contagio. I pericoli maggiori, ovviamente, vengono dalla Cina e più recentemente anche dalla Corea del Sud e dall’Iran e per questo da domani saranno interrotti i collegamenti aerei con quei Paesi.
Ma la minaccia più immediata viene dall’Italia. Delle 81 persone risultate positive al tampone, quasi tutte erano state contagiate durante un viaggio in Italia o per aver avuto contatti con persone che erano state in Italia. Ma, più che in Italia, sarebbe meglio dire in Lombardia. È questa la regione dove il virus si è diffuso più rapidamente, seguita dall’Emilia-Romagna, mentre non si ha notizia finora di austriaci contagiati a Venezia, benché nell’ultimo weekend di Carnevale vi fossero andati in alcune migliaia, tra cui oltre cento medici e infermieri di vari ospedali in gita aziendale (al ritorno sono stati posti tutti in quarantena).
Per questa ragione da domani ai valichi di frontiera con il nostro Paese saranno effettuati controlli della temperatura ai viaggiatori in arrivo. Inizialmente era parso che i controlli dovessero essere sistematici, mentre ora pare che saranno attuati a campione, con un’attenzione maggiore per chi proviene dalla Lombardia.
Non si conoscono ancora le modalità dell’operazione, perché fino a ieri sera non erano giunte istruzioni da Vienna alle direzioni di Polizia di Carinzia e Tirolo. È verosimile, tuttavia, che i controlli saranno effettuati soltanto ai due valichi principali del Brennero e di Tarvisio, dove esistono gli spazi e le strutture adatte per gestire il traffico in arrivo. Inevitabilmente si creeranno code e rallentamenti. Ma forse l’obiettivo del governo austriaco è proprio questo: creare disagi, come deterrente per chi vuole entrare in Austria.
Non vi sono informazioni certe neppure sulla durata dei controlli. Kurz nella conferenza stampa ha dichiarato soltanto che tutte le misure saranno riviste di giorno in giorno, tenendo conto dell’evoluzione dell’epidemia.
Le informazioni sono più precise per quanto riguarda il traffico aereo. Sono stati cancellati i voli da Milano e Bologna per l’aeroporto di Vienna e sono stati fortemente ridimensionati i collegamenti ferroviari. In pratica, sono stati aboliti tutti i treni e i collegamenti che prevedevano l’impiego di personale austriaco anche in territorio italiano. Tra questi, i collegamenti con autobus Intercity da Venezia e Udine per Villaco e Klagenfurt e i treni notturni Nightjet per Milano e Venezia. Rimarranno invece i collegamenti diurni con Trieste, Udine, Venezia, Verona e Bologna, perché questi treni sono gestiti in Italia da ferrovie partner italiane.
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