Lunedì 2 Dicembre 2024

20.09.06 Corona-Ampel, vignetta PismestrovicDa venerdì è in vigore in Austria il “Corona-Ampel”, ovvero il “semaforo” con quattro colori (dal verde al rosso), che indica il livello di diffusione e di gravità del Covid-19, distretto per distretto. Sarà aggiornato ogni settimana al venerdì e tutti i venerdì, quindi, saremo informati sullo stato di diffusione del virus, con le inevitabili contestazioni connesse.

Il primo “semaforo” acceso assegna il colore verde a quasi tutti i distretti austriaci, meno quattro: Vienna, Linz, Graz e Kufstein, per i quali è stata accesa la luce gialla. Il panorama si presenta quindi abbastanza rassicurante, perché semaforo verde significa rischio minimo di contagio e giallo rischio medio.

Che la luce gialla sia toccata alla capitale e ai capoluoghi dell’Alta Austria (Linz) e della Stiria (Graz) non stupisce. Sono le città con il maggior numero di abitanti in Austria e il Covid-19 si diffonde più facilmente nelle aree densamente abitate, dove le occasioni di contatto sono più frequenti. Sorprende invece il giallo per Kufstein, una cittadina relativamente piccola del Tirolo, adagiata lungo l’Inn, al confine con la Germania.

Avevamo detto di “inevitabili contestazioni”. E infatti non è mancata la reazione furiosa del sindaco di Linz, Klaus Luger, socialdemocratico, che ha chiesto la revoca del “Corona-Ampel”, ritenendo ingiustificata la luce gialla, a fronte di un numero di contagi in diminuzione. Non meno dure le parole del governatore dell’Alta Austria, Thomas Stelzer, popolare (lo stesso partito che guida il governo), che ha parlato di una “classica falsa partenza” e ha definito “inaccettabile” il verdetto.

Non hanno avuto nulla da obiettare, invece, il sindaco di Graz, Siegfried Nagl (Övp), e nemmeno quello di Vienna, Michael Ludwig (Spö), benché il secondo si trovi alla vigilia di elezioni comunali, in vista delle quali il governo Övp-Verdi, cerca spesso di metterlo in difficoltà.

Che la scelta dei colori si presti a contestazioni è e sarà inevitabile, perché gli stessi criteri di attribuzione si prestano a valutazioni differenti. L’ingrato compito spetta a una commissione di 19 esperti, 9 dei quali nominati da ciascuno dei 9 Länder e gli altri 10 di nomina federale.

La commissione si riunirà al giovedì e prenderà in esame tutti i distretti dell’Austria, in particolare quelli in cui nella settimana precedente vi siano stati più di 20 contagi per 100.000 abitanti. La Carinzia, per esempio, è suddivisa il 10 distretti, di cui il più grande è quello di Klagenfurt, con 101.300 abitanti, il più piccolo quello di Hermagor, con 18.054. Per Klagenfurt, quindi, la soglia viene superata con oltre 21 contagi, per Hermagor, con 4.

Ma il numero dei contagi non basta per far accendere il semaforo. Entrano in campo altri fattori: l’età media dei contagiati, la distinzione tra contagiati “in casa” o durante un soggiorno all’estero, la presenza di focolai, il numero di test eseguiti (che consentono di riconoscere infezioni anche in persone asintomatiche). Insomma, le variabili sono tante e la loro valutazione non facile, altrimenti per accendere i colori del semaforo non sarebbe necessaria una commissione di esperti, ma basterebbe un algoritmo.

Che cosa accadrà nei distretti definiti gialli? Un rafforzato obbligo di indossare la maschera naso-bocca a scuola, fin da domani, nonché nei negozi e nei ristoranti (presumibilmente dall’11 settembre, perché sarà necessaria un’ordinanza). Quindi obbligo di mascherina non soltanto nei negozi di alimentari e nelle farmacie, già in vigore, ma anche negli altri negozi e in tutti i luoghi al chiuso dove vi sia movimento di persone. Naturalmente resta l’obbligo della mascherina per i camerieri e per il personale dei ristoranti che hanno contatti con i clienti.

Se il semaforo vira sul colore arancione (rischio elevato) vi sarà l’obbligo della mascherina su tutti i mezzi pubblici di trasporto, in tutti i negozi, in tutti gli ambienti sanitari e nei ristoranti anche per gli avventori. Obbligo di mascherina anche all’aperto, quando non sia possibile rispettare il distanziamento tra le persone. Il semaforo rosso indica rischio molto elevato, ma le misure di prevenzione non cambiano molto: valgono quelle per l’arancione, cui si aggiunge soltanto una “raccomandazione” di indossare la mascherina anche in incontri privati.

Indicazioni più precise sono date per le manifestazioni (incontri sportivi, concerti, assemblee, cortei politici ecc.). Se si tengono in luoghi chiusi, con persone sedute, sono ammesse al massimo 5.000 persone con semaforo verde, 2.500 con giallo, 250 con arancione. In luoghi chiusi ma con i partecipanti in piedi: 200 persone con semaforo verde, 100 con giallo, 25 con arancione. Manifestazioni all’aperto con posti a sedere: 10.000 con semaforo verde, 5.000 con giallo, 500 con arancione. All’aperto ma con i partecipanti in piedi: 200 persone con verde, 100 con giallo, 50 con arancione. Con semaforo rosso tutte le manifestazioni saranno vietate.

Lo strumento del “Corona-Ampel” introdotto dal ministro della Salute, Rudolf Anschober, potrà prestarsi a molte critiche, ma non a quella della trasparenza. Il ministro ha voluto che tutte le decisioni della commissione fossero pubblicate in un apposito sito web (https://corona-ampel.gv.at), specificando se prese all’unanimità o a maggioranza. Nel sito sono pubblicate le valutazioni per l’intero territorio nazionale, per ciascuno dei 9 Länder e per ciascuno dei distretti con una valutazione di rischio più elevata. Sono specificati nel dettaglio i criteri di valutazione. Sono illustrati, inoltre, per ciascun colore del semaforo, i provvedimenti decisi o raccomandati per ciascun settore della vita sociale (lavoro ed economia, scuola, salute, sport, turismo e trasporti).

Infine, per facilitare la comprensione, il sito propone risposte a un’ampia serie delle domande più frequenti.

 

NEL DISEGNO del caricaturista Petar Pismestrovic, pubblicata oggi dalla “Kleine Zeitung”, si vede il ministro della Salute, Rudolf Anschober, che monta i vetri colorati del semaforo, assistito dal ministro degli Interni, Karl Nehammer.

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