Sabato 8 Novembre 2025

Agli Uffici finanziari di Braunau è vacante il posto di direttore. Christa Scharf ha i requisiti per quel posto, presenta la sua candidatura e ottiene il punteggio maggiore dalla commissione incaricata della selezione. Tuttavia non riesce a diventare direttrice degli Uffici finanziari (corrispondono alla nostra Agenzia delle entrate), perché trova la strada sbarrata da August Wöginger (nella foto), capogruppo dell’Övp (Partito popolare) al Parlamento. Wöginger – “Gustl” per gli amici – è un uomo potente e usa o, per meglio dire, abusa del suo potere per far mettere alla direzione di Braunau un suo amico di partito, sindaco della zona.

La vicenda si sarebbe chiusa lì e la prepotenza di “Gustl” non sarebbe mai venuta alla luce se, nel corso di altre indagini, gli inquirenti della Procura nazionale anticorruzione (Wirtschafts- und Korruptionsstaatsanwaltschaft, in sigla WKStA) non fossero incappati per puro caso in alcune chat che rivelavano l’intervento del capogruppo dell’Övp per favorire l’amico. Gli inquirenti così portano sul banco degli imputati del Tribunale di Linz Wöginger e altri due suoi complici, Siegfried M. und Herbert B., membri della commissione che avevano designato l’amico di partito, anziché la più qualificata Christa Scharf.

Ne avevamo riferito in questo blog il 18 ottobre scorso e i lettori sanno com’è andata a finire. Wöginger e sodali hanno chiesto ai giudici una “Diversion”, che è stata loro concessa. La “Diversion” è un istituto del diritto processuale penale austriaco, che non esiste in quello italiano, che consente di evitare il processo e la condanna; agli imputati viene inflitta soltanto una lieve pena pecuniaria e il loro nome non compare nel casellario penale.

La Procura anticorruzione non aveva sollevato obiezioni al beneficio della “Diversion” e il caso sembrava ormai chiuso. A sorpresa, invece, è intervenuta la Procura generale, che non ha ritenuto che una vicenda del genere potesse finire a tarallucci e vino e ha chiesto alla Procura di Linz di ricorrere contro il provvedimento. Wöginger e soci, quindi, torneranno sul banco degli imputati, questa volta davanti alla Corte di appello di Linz.

Da parte della Procura generale è stato diffuso un comunicato in cui si informa che “la direttiva (che impone alla Procura di Linz di ricorrere contro la “Diversion”, nda) è stata emessa con il benestare del Ministero della Giustizia e del Weisungsrat (organo consultivo dello stesso Ministero per i provvedimenti in campo penale)”. Nella nota si osserva “che il Tribunale di Linz ha motivato correttamente l’applicazione della “Diversion”, ma che nel caso in esame non sussisterebbero le precondizioni per l’estinzione del processo”. L’abuso di potere del capogruppo dell’Övp nei confronti della commissione d’esame per la direzione di Braunau costituirebbe “non solo un grave danno patrimoniale, ma avrebbe anche scosso la fiducia nelle istituzioni dello Stato e nel modo di agire dei suoi organi”.

La riapertura del procedimento nei confronti di un così alto esponente dell’Övp non è stata presa bene dal partito. Nessuno ha gridato alle “toghe rosse” o ha denunciato un’indebita intromissione della magistratura nella politica, ma ci si è limitati a prendere atto a denti stretti del ricorso e ad esprimere la convinzione che “la Corte d’appello confermerà la “Diversion” che già il Tribunale di Linz aveva ritenuta legalmente corretta”. Non basta. L’Övp ha dichiarato anche il suo “immutato sostegno ad August Wöginger”. L’opportunità che si dimetta da capogruppo dell’Övp non è stata nemmeno presa in considerazione.

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