Giovedì 12 Giugno 2025

Un tempo gli orchi si annidavano nei seminari e negli oratori, dove potevano adescare facilmente le loro vittime. Al giorno d’oggi seminari e oratori sono poco frequentati e gli orchi trovano più facile terreno di caccia nelle associazioni sportive, specie in quelle che, accanto agli atleti adulti delle formazioni maggiori, accolgono anche ragazzini, per alimentare il loro vivaio. Nel vivaio del Wac, che allena circa 200 ragazzi, ha razzolato per mesi uno di questi orchi, colpendo le sue vittime. Finora ne sono state identificate 30, ma il numero potrebbe salire a oltre 100.

Wac è la sigla dell’associazione calcistica di Wolfsberg, il capoluogo della Lavanttal, all’estremità orientale della Carinzia (la sigla sta per “Wolfsberger Athletiksport Club”). Sotto accusa è un ex dipendente, indagato da gennaio per abusi sessuali aggravati, abusi sessuali su minorenni, atti sessuali in presenza di minori, produzione e diffusione di immagini oscene. I fatti che gli vengono contestati sarebbero accaduti tra il luglio dello scorso anno e il marzo di questo, cioè anche dopo che le indagini nei suoi confronti erano già in corso.

A determinare l’intervento della Procura di Stato di Klagenfurt era stata la denuncia presentata da una madre a una stazione di polizia della Lavanttal. La donna si era insospettita dal denaro di cui disponeva il figlio, ben oltre la paghetta di 50 euro che riceveva mensilmente da casa. Da dove provenivano quei soldi? Il ragazzo, messo sotto pressione, alla fine aveva vuotato il sacco.

Era stato il collaboratore del Wac a darglieli, in cambio di prestazioni sessuali. A volte erano soltanto scambi di fotografie, via snapchat o videotelefonate; a volte ai ragazzini era richiesto il ruolo di spettatori, mentre l’uomo si masturbava. A volte si andava più in là, con incontri personali o addirittura notti intere passare in casa dell’orco.

Che ricambiava i favori sessuali con 20 euro per ogni singolo contatto. Ma il compenso poteva salire a 120 o addirittura a 500 euro se gli incontri erano più intimi. Un po’ alla volta si era formata così una rete di ragazzini disponibili a soddisfare l’orco. Il passaparola era servito a far sì che tutti sapessero che, “se gli telefoni, ti paga”.

Tutti sapevano, ma non i dirigenti del Wac e, probabilmente, nemmeno i genitori, se non quella mamma più vigile delle altre che ha presentato denuncia. L’orco, ora in stato di arresto, era stato licenziato dalla società calcistica in marzo, ma non per gli abusi sessuali sui ragazzini del club, bensì per irregolarità riscontrate nel suo lavoro e per la sparizione di attrezzi e materiale di cui aveva la disponibilità: magliette della squadra di calcio e palloni che alle volte regalava alla corte dei suoi ragazzini.

Le indagini della Procura erano in corso da gennaio, ma sono diventate pubbliche soltanto questa settimana, dopo che la “Kleine Zeitung” ne ha dato notizia. Comprensibile il turbamento suscitato dalla vicenda. Wolfsberg è una cittadina di soli 25.000 abitanti, ma il Wac è un club calcistico importante. Per venti stagioni la sua squadra maggiore ha giocato nella seconda categoria nazionale e per sei anni addirittura in quella che in Italia chiameremmo la serie A, unendo le forze con lo Sport club St. Andrä (un’altra cittadina della Lavanttal).

Come un dipendente del Wac avesse potuto tessere questa così vasta rete di abusi minorili, senza che nessuno se ne accorgesse, resta un mistero. Così come resta un mistero su cui riflettere la disponibilità di tanti ragazzini a cedere per quattro soldi alle voglie dell’orco.

 

NELLA FOTO, lo stadio di calcio di Wolfsberg, in cui disputa le sue partite la squadra del Wac.

 

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