Giovedì 27 Marzo 2025

Dallo scorso mese va in scena allo Stadttheater di Klagenfurt “Dance Episodes”, uno spettacolo di musica, canto corale e soprattutto danza. È una produzione propria del teatro carinziano, che schiera la sua orchestra e il suo coro e, per la danza, si avvale della partecipazione degli allievi della Performing Academy Wien. Le coreografie sono di Sabine Arthold, direttrice dell’Academy viennese.
Lo spettacolo è un omaggio a due leggendari compositori americani, George Gershwin e Leonard Bernstein, creatori di brani indimenticabili, dal musical alla musica sacra, dal jazz al canto corale. “Dance Episodes” ripropone alcuni di questi brani e sta riscuotendo un grande successo. In marzo sono in programma ancora quattro serate, l’ultima il 21.
Ma qui non vogliamo parlare dello spettacolo, quanto di un nome che appare nella locandina subito dopo quella della coreografa. È quello di Emmanuela Cossar, friulana di Gemona, che da quasi vent’anni lavora come costumista allo Stadttheater di Klagenfurt e che nel 2020 ha assunto la direzione del “fundus” costumi. È stata lei a disegnare quelli indossati dai ballerini di “Dance Episodes” e a contribuire così al successo dell’opera, tanto da meritare gli applausi del pubblico dopo la prima e una doppia pagina a lei dedicata dalla Kleine Zeitung.

Emanuela Cossar è, dunque, uno dei tanti talenti che hanno lasciato l’Italia per trovare il loro successo all’estero. Nata a Gemona nel 1978, si è laureata in costume teatrale all’Università di Firenze, per poi lavorare per molte compagnie teatrali friulane e per una ditta di ricami di alta moda a Firenze. Nel frattempo aveva spedito curricula in tutta Europa.
A Klagenfurt ci è arrivata su suggerimento del tenore Bruno Sebastian. Il teatro di Klagenfurt è piccolo, ma riesce a fare una dozzina di produzioni proprie all’anno. Produzioni proprie significa, quindi, molto lavoro per la sartoria della casa, che deve predisporre i costumi. La candidatura di Emmanuela Cossar è stata subito accolta.
Ha incominciato come assistente fino a diventare direttrice del Fondo costumi che, detto così, non rende a sufficienza l’idea. Si tratta di una collezione di oltre 50.000 costumi, custoditi in un deposito su tre piani a Tessendorf, periferia di Klagenfurt, cui si aggiungono 14.000 paia di scarpe, 6.000 copricapi di ogni genere (dai cappelli con le piume per signora agli elmi dei cavalieri medioevali) e un migliaio di borse.
Un patrimonio di cui Cossar, con le sue assistenti, ha curato la digitalizzazione, restituendo così una nuova vita ad abiti di scena usati nei decenni dallo Stadtheater, che possono essere riutilizzati. Tutto questo prezioso materiale è a disposizione per essere noleggiato a compagnie teatrali (arrivano richieste anche dall’Italia), produzioni televisive e privati. Hai bisogno di un frac per il Ballo dell’Opera? Lo trovi nel “fundus” dello Stadttheater per 45 euro (più spese di pulitura dopo l’uso).
Da che cosa deriva il successo austriaco di Emmanuela Cossar? Lo ha spiegato lei stessa, in una intervista al Messaggero Veneto di Udine: «L’amore per ciò che faccio. Il cuore. Noi italiani abbiamo un approccio più caloroso e qui non sono abituati».

NELLE FOTO, Emmanuela Cossar accanto ai costumi creati per lo Stadttheater di Klagenfurt e una scena di “Dance Episodes”.

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