Venerdì 4 Ottobre 2024

20.12.15 Vaccino antio CovidTanta fatica per trovare un vaccino che ci liberi dall’incubo Covid e poi buona parte della popolazione non lo vuole più? Cresce anche in Austria il partito dei “no-vax”, che sospettano un complotto di Big-Pharma dietro l’operazione. Sono gli stessi che già un anno fa erano convinti che il virus fosse stato inventato in laboratorio per sottomettere il mondo e favorire gli interessi della grande finanza, Soros in testa. Accanto a chi farnetica in questo modo, vi è anche una fascia crescente di persone che attendono con speranza il vaccino, ma non si fidano troppo di quello che sarà messo in circolazione il prossimo mese, perché temono che ci sia stata troppo precipitazione nelle ricerche e nella produzione, senza una sufficiente sperimentazione e senza certezze che non vi saranno effetti collaterali. Preferiscono perciò aspettare, per vedere che cosa succederà con quelli che si vaccineranno per primi.

Insomma, se finora si temeva di non avere a disposizione in tempi brevi dosi sufficienti di vaccino per accontentare tutti, ora si scopre che non tutti lo vogliono e che non ci sarà quindi la coda nei centri allestiti per la somministrazione. In Austria, al momento, soltanto una persona su cinque è certa di volersi sottoporre al vaccino. È quanto emerge da un sondaggio condotto dal ricercatore Peter Hajek, sondaggio da cui risulta però che almeno un terzo della popolazione si farà comunque vaccinare. I restanti due terzi non lo faranno e di quei due terzi fanno parte i “titubanti”, che forse con il tempo si convinceranno a farlo, e gli “irriducibili”, che si sono bevuti tutte le fake news sugli effetti collaterali.

Il risultato è che a metà gennaio anche in Austria partirà la vaccinazione, con precedenza per le persone anziane ospiti in case di riposo, per le persone affette da malattie che hanno abbassato loro le difese immunitarie, per il personale sanitario e di assistenza che lavora in ospedali, ambulatori, cliniche, per il personale che svolge determinati servizi di interesse pubblico (polizia, vigili del fuoco, protezione civile ecc.). Poi toccherà agli altri.

Se il prof. Hajek ha ragione, alla fine sarà vaccinata meno della metà della popolazione e non si raggiungerà in tempi brevi l’agognata immunità di gregge. Il virus continuerà a circolare, ci saranno altri contagi e quando anche i “no-vax” avranno un morto in casa forse cambieranno idea. Ma ci vorrà molto, molto tempo e per questo il governo ha allo studio misure per far cambiare idea ai suoi cittadini.

Nessuno, peraltro, intende rendere obbligatoria la vaccinazione. Una proposta in tal senso è stata avanzata dal solo governatore della Stiria, Hermann Schützenhofer, dell’Övp, lo stesso partito del cancelliere Sebastian Kurz, ma è stato subissato da un coro di “no”. Il primo a respingere la proposta è stato il governatore della Carinzia, Peter Kaiser (dell’Spö), seguito da tutti gli altri. La Neos si è detta contraria alla vaccinazione obbligatoria, concedendo però che possa essere imposta a determinate categorie professionali. Ovviamente contrario l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, sempre in vena di enfasi, che ha usato la parola “Corona Diktatur”.

Il governo è rimasto in silenzio. Qualche osservatore ha avanzato l’ipotesi che Schützenhofer non abbia agito di testa sua, ma abbia proposto la vaccinazione obbligatoria su suggerimento di Kurz, per vedere quale sarebbe stato l’effetto. Beh, ora lo si è visto: il già citato Hajek ha subito sondato l’opinione pubblica in proposito, registrando che l’83% degli austriaci non vuole essere costretto a vaccinarsi.

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L’atteggiamento nei confronti del vaccino non si discosta molto da quello nei confronti del test anti Covid. Nei giorni scorsi l’Austria ha tentato uno screening di massa, avvalendosi dell’aiuto dell’Esercito, per individuare i contagiati asintomatici e prevenire in questo modo la diffusione dell’epidemia. Il governo era stato incoraggiato a questa mobilitazione in grande stile, seguendo gli esempi della Slovacchia e del Sud Tirolo, dove avevano successo, riuscendo a testare oltre il 60% della popolazione (in Sud Tirolo 362.056 persone su una popolazione di 533.439 abitanti).

Il risultato non è stato altrettanto brillante. Hanno accettato il test 2 milioni di persone circa su 8,9 milioni. Ora si vorrebbe ripetere il test e, per non renderlo obbligatorio, si stanno studiando incentivi per convincere la popolazione. L’idea che va per la maggiore è quella di versare a ogni persona 50 euro (in contanti o in buoni spesa). Sarebbe una beffa per i 2 milioni che lo hanno già fatto gratis, ma risolverebbe il problema. Il costo sarebbe esorbitante, ma – si fa osservare nell’ambiente del governo – inferiore al prezzo che l’Austria dovrebbe pagare per un nuovo lockdown “hart”.

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