Martedì 3 Dicembre 2024

21.01.04 Pamela Rendi-WagnerIn Austria si discute in questi giorni sui “Freitesten”, ovvero sui test anti Covid che il governo ha in mente di effettuare tra il 15 e il 17 gennaio. Ma, attenzione, nessuno sarà obbligato a sottoporvisi. Saranno test offerti gratuitamente alla popolazione e ciascuno deciderà liberamente se approfittarne o meno. In questo senso va interpretata la definizione “Freitesten”, ovvero “test liberi”.

“Freitesten” però si potrebbe interpretare anche in altro modo: test che rendono liberi. Sì, perché l’intenzione del governo era di subordinare la fine del lockdown ai test. Chi vi si fosse sottoposto, risultando negativo, avrebbe goduto di una fine anticipata delle restrizioni alla mobilità.

Come si ricorderà, prima di Natale il governo aveva disposto un nuovo “lockdown hard” per piegare la curva dei contagi ancora troppo alta. Come scadenza (scadenza provvisoria, poi si vedrà) aveva indicato domenica 24 gennaio, aggiungendo, però, che tale termine sarebbe stato anticipato al 18 gennaio per chi fosse risultato negativo al test. In altre parole, i cittadini austriaci nei tre giorni precedenti il 18 gennaio avrebbero potuto effettuare il test, che, se negativo, avrebbe permesso loro di porre fine con una settimana di anticipo al coprifuoco notturno e di partecipare ad eventi culturali e frequentare hotel e ristoranti, mentre gli altri, i “non testati”, sarebbero rimasti prigionieri del lockdown.

Il problema è che sul provvedimento deve decidere il Parlamento e proprio ieri la segretaria dell’Spö (il Partito socialdemocratico), Pamela Rendi-Wagner (nella foto), ha dichiarato ufficialmente che il suo gruppo voterà contro i “Freitesten”. Per una ragione molto semplice, scientifica e non politica (Rendi-Wagner è un’epidemiologa): la validità dei test dura al massimo 48 ore e l’intenzione del governo sarebbe di accettare anche test vecchi di una settimana. L’Fpö (partito dell’estrema destra sovranista) e la Neos (partito liberale di centro) si erano già espressi per il no. Di conseguenza ora l’intera opposizione è contraria alla proposta del governo.

Il quale governo, peraltro, potrebbe infischiarsene, dato che ha la maggioranza in Parlamento. Ma il problema è rappresentato dal Bundesrat. Si tratta della seconda Camera del Parlamento, dove sono rappresentati i Länder, che di solito conta meno di zero, perché ha poteri limitatissimi. In questo caso, però, potrebbe contare, bloccando i “Freitesten”. Potrebbe farlo, perché i partiti di governo – Övp e Verdi – qui non hanno la maggioranza.

Certo, di fronte al “no” del Bundesrat, il provvedimento ritornerebbe al Parlamento che lo riapproverebbe in via definitiva. Ma questo doppio passaggio richiederebbe del tempo. Troppo tempo, per consentire di fare i tamponi tra il 15 e il 17 gennaio. E farli dopo quella data non avrebbe più senso, perché il 24 gennaio il lockdown finirà per tutti, per gli austriaci che avranno fatto il test e per quelli che non lo avranno fatto.

Ma finirà davvero il lockdown? Per uscirne bisognerebbe che il numero giornaliero di nuove infezioni fosse inferiore a mille, ma nulla lascia prevedere che sarà così. Ieri erano 1466, ma si teme che i comportamenti trasgressivi degli austriaci nelle festività natalizie possano far aumentare i contagi (gli effetti si vedono dopo 15 giorni). Se sarà davvero così, il lockdown anziché finire in anticipo potrebbe essere prolungato chissà fino a quando.

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