Sabato 14 Dicembre 2024

20.02.19 Eurofighter, AustriaEra fuori dalla grazia di Dio la ministra con l’elmetto – al secolo Klaudia Tanner (Övp) – quando ha parlato ai giornalisti per dar conto dell’incontro previsto con i rappresentanti di Airbus. Incontro che – diciamolo subito – non c’è stato, per il passo indietro di Airbus, comunicato all’ultimo minuto via e-mail. La questione, come i lettori di questo blog sanno, è l’acquisto di 24 cacciaintercettori Eurofighter (in seguito il numero è stato ridotto a 15) da Eads, consorzio aerospaziale poi assorbito in Airbus. Si tratta della commessa militare più costosa mai sostenuta dall’Austria (2 miliardi di euro). Ma il problema non è questo. Il problema sono le tangenti che hanno accompagnato l’operazione. Vent’anni di sospetti e di mormorii, cui l’altra settimana ha posto fine l’ammissione ufficiale di Airbus al governo americano di aver “unto” gli ingranaggi con 55 milioni, versati a 14 persone e istituzioni austriache.

Da ciò la reazione di Tanner, da poco ministra della Difesa, che ha dichiarato di voler fare chiarezza sull’intera vicenda, incominciando dai nomi dei 14 beneficiari delle bustarelle, per finire con la richiesta di un risarcimento del danno subito da Airbus o addirittura l’annullamento del contratto, che impegna ancora l’Austria a comprare dalla holding tutto il materiale per la manutenzione dei velivoli. A questo scopo era stato concordato un incontro con i vertici di Airbus, a cui avrebbero dovuto partecipare la ministra Tanner, rappresentanti della “Finanzprokuratur” (è l’organo ispettivo del ministero delle Finanze, che indaga su illeciti concernenti il denaro pubblico) e i parlamentari di tutti i partiti competenti nel campo della Difesa.

Ma ad Airbus non era gradito un incontro del genere, con interlocutori che l’avrebbero messa con le spalle al muro. Il consorzio ha proposto in alternativa un colloquio informale, a margine della conferenza sulla sicurezza che si è svolta l’altra settimana a Monaco. Figuriamoci se Tanner si poteva accontentare di un incontro così frettoloso, come due amici al bar. Ha preteso che l’Airbus venisse a Vienna, nelle stanze del ministero.

Airbus ha risposto con la mail di rinuncia che ha suscitato le ire della ministra. “La mia pazienza non solo è finita – ha esclamato – ma la corda è strappata”. Per questo ha annunciato di voler promuovere un’azione civile nei confronti della società. “Chi rifiuta il colloquio – ha soggiunto – non dovrà poi meravigliarsi se ci si rivedrà in Tribunale”.

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