Gli austriaci non se ne rendono conto, ma, nascendo dove sono nati, hanno vinto alla lotteria: il loro Paese è ai primi posti in tutte le classifiche che misurano la qualità della vita. Si lamentano per il numero di disoccupati, per l’assistenza sanitaria che dividerebbe i cittadini di serie A da quelli di serie B, per la scuola classista, per la burocrazia soffocante, per le tasse troppo alte, per la crescita economica dello zero virgola… Abbiamo sentito dire queste cose persino da Sebastian Kurz, l’astro nascente (o già nato) del Partito popolare e probabile futuro cancelliere, nel discorso pronunciato al congresso che lo ha incoronato “lider maximo”, anche se ne faceva una forzatura, per dire “stiamo bene, ma non dobbiamo sederci sugli allori, dobbiamo impegnarci per stare meglio”.
L’ultima consacrazione dell’”Austria felix” viene dal Boston Consulting Group, che nel suo annuale “Sustainable Economic Development Assessment” (Seda) colloca i nostri vicini al quarto posto, dopo la Norvegia, la Svizzera e l’Olanda. Il Boston Consulting Group è una società di consulenza aziendale che opera nei principali Paesi del mondo (anche in Italia) e il suo Seda è un indice che tiene conto del Prodotto interno lordo (Pil), ma non solo. Decisiva è la valutazione dei criteri con cui la ricchezza è suddivisa al suo interno: dove la forbice tra ricchi e poveri è più grande il benessere non si traduce in elevata qualità della vita. Vi sono Paesi più ricchi dell’Austria, dove tuttavia non si vive bene, per le troppe differenze sociali.
Il Seda tiene conto di 44 indicatori, ripartiti in tre campi di indagine: economia, investimenti, sostenibilità. Al primo appartengono i dati relativi al reddito, alla stabilità economica, all’occupazione. Nel campo “investimenti” non si considerano soltanto gli investimenti in senso proprio, ma anche la salute, l’istruzione, le infrastrutture. Nel campo della “sostenibilità” sono considerati l’ambiente, l’amministrazione, la società civile, la ripartizione del reddito.
Applicando questi 44 indicatori a 162 Paesi di tutti i continenti, l’Austria risulta al quarto posto, con 92 punti su 100 (la Norvegia, al primo posto, ha il punteggio pieno). Nella “top ten” figurano nove Paesi dell’Europa occidentale più Hongkong. L’Africa è in fondo alla scala, l’Italia (con 70 punti) nel primo terzo. L’Austria lo scorso anno era al sesto posto e quest’anno è salita di un gradino. Ma, come in tutte le graduatorie di questo genere, non conta la collocazione precisa, che può variare facilmente: conta vedere in quale fascia di classifica ci si ritrova. L’Austria è nella fascia di testa e i criteri di valutazione del Boston Consulting Group non fanno altro che confermare scientificamente, se così possiamo dire, una sensazione che chiunque ha vivendo o lavorando in quel Paese. È proprio così: gli austriaci hanno vinto la lotteria.
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