Continua a far discutere l’emergenza Moria, nell’isola di Lesbo, dove l’incendio appiccato da alcuni profughi ha peggiorato le condizioni di vita, già intollerabili, degli altri profughi: il campo di accoglienza era stato allestito per ospitare 4.000 persone, mentre ultimamente ne sono rinchiuse quasi 13.000.
Germania, Francia e altri otto Paesi hanno deciso di accogliere 400 minori non accompagnati, per alleviare almeno in parte le sofferenze dei più deboli. L’Austria ha fatto una scelta di segno diverso: ha inviato a Lesbo due aerei militari con tende, per aiutare i profughi sul posto, ma ha deciso di non accoglierne nessuno.
Questa è la posizione del governo o almeno della componente dell’Övp (Partito popolare) nel governo, che fa capo al cancelliere Sebastian Kurz. I Verdi sono di parere diverso: vorrebbero seguire l’esempio di Germania e Francia e dare ospitalità ai bambini di Moira, ma, almeno per il momento, preferiscono non insistere con gli alleati, forse per non causare una crisi politica o forse perché la linea dura nei confronti dell’immigrazione è ancorata nell’accordo di governo da essi sottoscritto.
Ovviamente non mancano le contestazioni e le critiche. In casa, ma anche all’estero. Quella che ha avuto grande eco è venuta da Angela Merkel. La cancelliera tedesca, intervenendo in una riunione di presidenza della Cdu, ha criticato l’atteggiamento di Kurz e ha definito “non buono” il ruolo dell’Austria nella politica europea per i rifugiati. Non si può chiedere uno sconto finanziario – ha rimproverato Merkel – e contemporaneamente non volersi far carico della ridistribuzione dei rifugiati. Il riferimento è al bilancio settennale dell’Unione Europea, a cui tutti i Paesi membri contribuiscono con una quota definita principalmente in base al proprio Pil. Nell’ultimo bilancio all’Austria era stato concesso uno sconto.
Un’eco ancora maggiore ha avuto l’appello lanciato dalla “Bild”, il giornale popolare tedesco, che ha esortato Kurz ha modificare la sua linea in materia di profughi. In un articolo pubblicato domenica, con il titolo “Signor Kurz, non diventi il cancelliere senza cuore!”, lo si invita a “osservare con attenzione ancora una volta le immagini che arrivano da Moria” e ad accogliere almeno i genitori con bambini sotto i 10 anni.
La giustificazione di Kurz di voler evitare il ripetersi di un arrivo in massa di profughi come nel 2015, secondo il giornale tedesco, sarebbe “fuorviante, perché la situazione di oggi non è assolutamente paragonabile”. Allora la guerra in Siria e la politica del presidente turco Erdogan avevano determinato un’ondata migratoria”, aprendo “una rotta diretta fino all’Austria e alla Germania”, mentre “oggi è tutto diverso”.
L’articolo è firmato da Paul Ronzheimer, vicedirettore della “Bild” e buon conoscitore di Kurz, di cui tre anni fa ha pubblicato una biografia. Ronzheimer tenta una spiegazione del comportamento rigido del giovane cancelliere austriaco. In ottobre a Vienna ci sono elezioni e con la sua linea dura nei confronti dei profughi Kurz conta di accaparrarsi i voti degli elettori di estrema destra, delusi dal loro partito di riferimento, l’Fpö, dopo lo scandalo di Ibiza.
E mentre l’Austria sbarra le porte ai profughi, la Germania apre le sue. Assieme a Francia e ad altri otto Paesi aveva deciso di accoglierne 150. Ora la cancelliera Merkel ha concordato con il suo ministro degli Interni, Horst Seehofer, di offrire ospitalità ad altri 1.500, in modo da ridurre la pressione nel lager sovraffollato di Lesbo e dare una mano in questo modo alla Grecia. Si può condividere o meno la scelta di Merkel, ma tra lei e “Basti” dovrebbe essere chiaro a tutti chi si stia dimostrando più solidale con i Paesi in prima linea sul fronte dell’immigrazione come la Grecia e l’Italia.
NELLA FOTO, il titolo pubblicato dalla “Bild Zeitung” nella sua pagina web.
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