Sebastian Kurz sarà di nuovo cancelliere dopo le elezioni del 29 settembre. A poco meno di un mese dal voto, l’ultimo sondaggio (pubblicato dal settimanale “Profil” oggi in edicola) dà il suo partito, l’Övp, nettamente in testa con il 36%. Socialdemocratici (Spö) e liberalnazionali (Fpö) sono secondi, alla pari, con il 20%. Seguono i Verdi al 12%, la Neos al 9% e la lista Jetzt all’1%. Soltanto un cataclisma potrebbe rimescolare questi numeri.
Il sondaggio di “Profil” è stato condotto come sempre dall’istituto demoscopico Unique Research e i risultati presentano un margine di oscillazione di 3,5 punti. Comunque vadano le cose, l’Övp resterebbe il partito di gran lunga più votato, tanto da rendere impossibile qualsiasi futura coalizione senza la sua partecipazione. Ovviamente a meno che non si consideri possibile – ma non lo è – un’aggregazione di tutti gli altri partiti messi insieme, dai socialdemocratici all’estrema destra.
Certo, il panorama politico austriaco ci offre anche governi regionali composti da Spö ed Fpö. È il caso del Burgenland, che però non fa testo. Qui il leader socialdemocratico è l’ex ministro della Difesa, Hans-Peter Doskozil, quello che voleva schierare i panzer al Brennero. Con un Landeshauptmann così l’intesa con l’estrema destra sovranista è stata trovata senza problemi. Ma l’esperimento è inimmaginabile a livello nazionale.
Non resta, dunque, che un nuovo, futuro governo a guida Övp, con uno o più partner a piacimento. La possibilità di scegliere a destra o a sinistra aumenterà notevolmente lo spazio di manovra per Kurz. Anche perché non avrà più di fronte un partito socialdemocratico quasi di pari peso elettorale. L’Spö a guida Pamela Rendi-Wagner si è ridotto al 20%, la stessa percentuale dell’Fpö, a sua volta fortemente penalizzato dallo scandalo del video di Ibiza e con le mani legate, dopo l’annuncio dato dal suo nuovo segretario, Norbert Hofer, di essere disposto ad andare al governo soltanto con l’Övp e con nessun altro, preferendo altrimenti stare all’opposizione.
E l’Spö? Che ne è di questo partito un tempo grande, per alcuni anni addirittura con maggioranze superiori al 50%? Qual è il male oscuro che lo ha fatto precipitare così in basso? Le risposte sono tante e probabilmente analoghe a quelle che vengono date per spiegare la crisi delle sinistre a livello europeo. In questo caso, peraltro, va notato che alla perdita di consensi dell’Spö si è accompagnato un risveglio portentoso dei Verdi, che alle ultime elezioni non avevano superato la soglia del 4% e quindi non erano nemmeno entrati in Parlamento. Sembra quasi di assistere a un travaso di voti dall’Spö in loro favore. Un fenomeno davvero incredibile, ove si consideri che i Verdi, privi di mezzi, non possono contare su una dispendiosa campagna elettorale e inoltre, non essendo rappresentati in Parlamento, sono anche esclusi da tutte le tribune politiche televisive, considerate essenziali per orientare la scelta di voto degli elettori.
Il sondaggio di Unique Research ha verificato anche quale sia la coalizione preferita dagli austriaci. Quasi la metà degli intervistati ha optato per un inedito governo Övp-Verdi, mentre una maggioranza del 60% ha ritenuto che l’Fpö non possa più assumere responsabilità di governo dopo lo scandalo di Ibiza.
Interessante anche l’opinione degli intervistati sulla figura del cancelliere (che in Austria, come in Italia, non è eletto direttamente dai cittadini, ma viene nominato dal Capo dello Stato). Se gli elettori potessero esprimersi, il 32% voterebbe per Sebastian Kurz, il giovane leader dei popolari, mentre il 15% darebbe il suo voto a Norbert Hofer (Fpö) e soltanto il 12% alla socialdemocratica Rendi-Wagner. Rispetto a un precedente sondaggio Kurz arretra di 5 punti (segno che il potere logora chi non ce l’ha), ma resta nettamente il preferito dagli austriaci.
LA FOTO di Roland Schalger è stata pubblicata da “Profil” a corredo del sondaggio elettorale: l’una accanto all’altro, Pamela Rendi-Wagner (Spö) e Norberto Hofer (Fpö), appaiati al 20%.
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