Lunedì 2 Dicembre 2024

20.06.15 Gernot Blümel ministero finanze - CopiaIl governo austriaco e i partiti che fanno parte della coalizione, Övp e Verdi, hanno in programma oggi e domani due giorni di lavoro per discutere sui provvedimenti da prendere in campo economico per fronteggiare le difficoltà causate alle aziende dall’epidemia di Coronavirus. Questo genere di riunioni vengono chiamate “Klausur”, perché si tengono a porte chiuse e in genere anche in qualche albergo appartato di campagna e montagna, in maniera da evitare l’accerchiamento di noi giornalisti.

Quella che incomincia oggi, invece, si terrà nel palazzo della Cancelleria, a Vienna, e capita due giorni dopo l’annuncio di altri provvedimenti, volti ad alleviare il disagio delle famiglie a più basso reddito. Non sono ovviamente i primi e non saranno gli ultimi. Fin dall’inizio del lockdown erano stati disposti provvedimenti di aiuto a favore dei tanti – lavoratori autonomi o dipendenti – che si erano trovati all’improvviso privi di reddito.

Non tutto ha funzionato alla perfezione, come si è soliti pensare in Italia. Una imprenditrice italiana che lavora a Bad Kleinkirchheim, in Carinzia, ci ha segnalato di aver dovuto anticipare ai suoi dipendenti tre mesi di cassa integrazione, in attesa che l’Ams (Arbeitsmarktservice) mettesse a punto il software per provvedere all’erogazione dei soldi. Non è stata la sola a trovarsi in questa situazione. Cinque giorni fa, comunque, ha ricevuto il rimborso dallo Stato.

A quei provvedimenti si aggiungeranno altri, che consistono in contributi a fondo perduto una tantum e in alleggerimenti fiscali. Il primo si chiama “Kinderbonus” e comporterà il versamento di un contributo una tantum di 360 euro per ogni figlio, fino all’età di 18 anni. L’intervento comporterà una spesa complessiva di 650 milioni.

Un altro intervento una tantum riguarda i disoccupati. Si tratta dell’erogazione di 450 euro, in aggiunta all’indennità di disoccupazione. I Verdi avrebbero preferito un aumento dell’indennità, ma il Popolari su questo punto sono stati irremovibili.

Il secondo fronte di intervento è quello fiscale. Anche in Austria l’imposta sul reddito delle persone fisiche è a scaglioni. L’aliquota del primo scaglione attualmente è del 25% e sarà abbassata al 20%, con effetto dal 1. gennaio scorso. Ne beneficeranno tutti, ma in particolare i redditi più bassi, perché gli scaglioni successivi resteranno invariati e arrivano fino al 50% per i redditi superiori ai 51.000 euro (in Italia l’aliquota massima è del 43% per i redditi oltre i 75.000 euro).

Come appare evidente, il provvedimento è l’opposto della flat tax proposta in Italia da alcune forze politiche, che favorirebbe esclusivamente i redditi più elevati, mentre la riduzione delle imposte sullo scaglione più basso previsto in Austria aiuta chi guadagna meno. Chi ha un reddito inferiore alla soglia imponibile (e non potrà beneficiare di una riduzione d’imposta) riceverà comunque 100 euro.

Sempre in campo fiscale, da segnalare la riduzione dell’Iva al 5% per il settore gastronomico (cibi e bevande, comprese quelle alcoliche), per le iniziative culturali e per l’editoria. In altre parole, gli austriaci pagheranno di meno al ristorante e al bar, ma anche a teatro, ai concerti e in libreria.

Il pacchetto di provvedimenti comporterà per il bilancio dello Stato un costo che il ministro delle Finanze, Gernot Blümel (nella foto), ha stimato in 2,5 miliardi di euro.

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