L’Austria è arrivata alla vigilia del gran giorno. Domani sera le luci dello Staatsoper si accenderanno sul più importante appuntamento nazional-popolare del carnevale austriaco, sempre di giovedì grasso: il Ballo dell’opera. Un evento d’élite, frequentato dall’”aristocrazia” della politica, dell’economia, della cultura, ma che vede partecipe anche la stragrande maggioranza dei cittadini austriaci, che seguiranno da casa, nella diretta tv, il ballo dei balli, come se la cosa li riguardasse tutti e non fosse invece soltanto un privilegio di 5.500 fortunati che si sono potuti permettere il biglietto d’ingresso nel sogno profumato e scintillante dei valzer e delle polke.
Un biglietto d’ingresso, in realtà, costa “soltanto” 230 euro. Ma è tutto il resto che svuota le tasche. A meno che non ci si senta in grado di passare tutta la notte in piedi, servono altre centinaia di euro per un posto a sedere, fino ai 17.000 euro per un palco. Di rigore poi il frack il cui affitto (nessuno penserà seriamente di acquistare un frack per una sola serata) costa dai 200 euro in su. Per non parlare poi delle consumazioni (al Ballo dell’opera il vino si vende al prezzo dello Champagne e lo Champagne non ha prezzo). Non è detto poi che, pagando, si riesca a entrare lo stesso, sia perché i biglietti sono prenotati da mesi e ormai introvabili, sia perché per un palco occorre prima parlarne con la direzione dello Staatsoper, che decide se e a chi concederlo. Perché a un signor nessuno un palco non lo si dà e la precedenza va, ovviamente, alla gente che conta: personaggi dello spettacolo, grandi industriali, leader politici.
In realtà il Ballo dell’opera, che ormai ha 75 anni alle sue spalle (ma quella di domani sarà la 54. edizione, perché tra guerre mondiali, guerre del golfo e Anschluß alcune edizioni sono saltate), è diventato nel corso del tempo un evento politico-economico, più che mondano. Serve per stabilire contatti, concludere affari, riallacciare relazioni diplomatiche. Non è un caso se il ministro degli esteri Michael Spindelegger avrà ospite nel suo palco Catherine Ashton, da novembre Alta rappresentante della politica estera dell’Ue. Da allora non ne avevamo quasi più sentito parlare ed ecco che la baronessa britannica “desaperecida” ricompare sul palcoscenico danzante della capitale austriaca.
Accanto al suo ospite, l’intera compagine governativa austriaca, socialdemocratici compresi. L’occhio della telecamera dell’Orf li inquadrerà ripetutamente, per soddisfare il voyeurismo dei telespettatori, i quali potranno capire dalla fascia rossa-bianca-rossa indossata sotto il frack, quali sono ministri di lunga data e quali (senza fascia) entrati in servizio soltanto con il governo in carica. Sul palco centrale, quello in cui un tempo sedeva l’imperatore, ci saranno come sempre il presidente della Repubblica Heinz Fischer e signora. In passato Fischer non aveva mai partecipato al Ballo dell’opera, preferendo – da socialdemocratico di vecchia generazione – i balli di partito o i brindisi in fabbrica. Da capo dello Stato non può più sottrarsi a quello che ormai è diventato un obbligo istituzionale. Ma si vede che lo fa con disagio e quando il cronista dell’Orf lo intervista – la tv pubblica segue in diretta l’evento dalle 21.00 a dopo la mezzanotte e, per non far morire di noia i telespettatori, alterna immagini del ballo a interviste con gli ospiti più illustri – quando il cronista lo intervista, dicevamo, non sa cosa rispondere.
Del resto, che dire di un evento che si ripete identico anno dopo anno? Il copione è sempre quello: l’arrivo del presidente, l’inno nazionale e l’inno alla gioia dell’Ue, l’ingresso delle debuttanti in abito bianco e coroncina di Swarovski sui capelli con i loro cavalieri mentre l’orchesta intona le note della polonaise (quest’anno ci saranno 144 coppie); un intermezzo di danza classica e di musica lirica; e poi di nuovo le debuttanti con i loro accompagnatori che apriranno le danze con il “Donauwalzer” di Strauss, per il quale si stanno preparando da ottobre. È la scena madre della serata, che le telecamere dell’Orf di solito inquadrano dall’alto. Un colpo d’occhio che mette i brividi e che gli austriaci seguiranno da casa incollati al teleschermo (si prevede uno share di oltre il 50%), provando una volta tanto nostalgia e orgoglio per l’Austria che fu.
Nella foto in alto, l’ingresso delle debuttanti e dei loro cavalieri al Ballo dell’opera, sulle note della “polonaise”. In basso, la sala grande dello Staatsoper inquadrata dall’alto.