Venerdì 4 Ottobre 2024

CIMG3966Che cos’hanno in comune l’imperatrice Maria Teresa, il principe Eugenio di Savoia, il cardinale Franz Xaver von Salm vescovo di Gurk-Klagenfurt e l’arciduca Giovanni d’Absburgo? L’appartenere tutti all’elite absburgica, certo, ma non solo. Ciò che li accomuna è l’aver dimostrato l’importanza di ciò che oggi definiremmo un’efficace politica dell’istruzione. In epoche in cui la scuola era privilegio di pochi e l’analfabetismo la normalità, Maria Teresa introdusse l’istruzione obbligatoria, sottraendola al monopolio della Chiesa. Eugenio di Savoia allestì una monumentale biblioteca che, acquistata agli eredi, divenne poi quella che oggi conosciamo come la Nationalbibliothek di Vienna, fin dalle origini aperta alla consultazione dei cittadini (di tutti i cittadini). Il cardinale von Salm, oltre ad aver cura delle anime, diede impulso alle scienze naturali, promuovendo una spedizione che portò alla conquista del Grossglockner.

L’arciduca Giovanni, appartenente al ramo stiriano degli Absburgo, fondò nel 1811 a Graz un museo che da lui prese il nome di Joanneum, senza l’”acca” in mezzo (imposta dal tedesco d’oggi), in omaggio alla grafia più antica. Ma definirlo “museo” sarebbe riduttivo, perché il Joanneum non è soltanto un museo, un’istituzione, una collezione, una galleria espositiva. Non è soltanto questo. È l’eredità di un’idea geniale, connaturata alla mentalità absburgica, che pone la cultura al centro dello Stato e del suo sviluppo. Non è un caso che duecento anni dopo l’Austria investa il 2,8% del Pil in ricerca e sviluppo (1,3% in Italia) e abbia tagliato tutte le spese pubbliche, per risanare i conti dello Stato, ma non quelle della scuola e dell’università.

Abbiamo menzionato l’arciduca Giovanni per ultimo, perché proprio di recente, a 200 anni esatti dalla fondazione, il Joanneum di Graz è stato completamente ristrutturato nel suo nucleo storico in centro città e riproposto al pubblico come un moderno “Museumviertel”, un “quartiere museale”. Il termine ricorda il “Museumsquartier” di Vienna, anch’esso un “quartiere museale” nel centro della capitale, frutto della ristrutturazione delle settecentesche scuderie di corte avvenuta un decennio fa. Ma con una fondamentale differenza: a Vienna nel piazzale circondato dagli edifici barocchi sono stati inseriti nuovi elementi architettonici (ora sede del Leopold Museum e del Museo d’arte moderna), che a molti sono sembrati un’intrusione.

A Graz, invece, l’aspetto esterno del quadrilatero di palazzi del Joanneum – lungo la Raubergasse, la Kalchberggasse, la Neutorgasse e la Landhausgasse – è stato risparmiato, mentre nel piazzale che si trova in mezzo a loro è stata creata una struttura ipogea profonda due piani, che funge da collegamento tra i palazzi storici e un centro per i visitatori, che vi potranno consultare i cataloghi e accedere all’immenso patrimonio raccolto (oltre 5 milioni e mezzo di pezzi). Le collezioni sono le più varie, tanto da giustificare la denominazione di “Universalmuseum”, e abbracciano le scienze naturali, la storia, l’arte e la cultura della Stiria. Nei palazzi del nuovo “Museumviertel” sono ospitate la Biblioteca regionale (700.000 volumi, ma lo spazio è per un milione), le Collezioni multimediali (2,5 milioni di foto e filmati d’epoca), la “Neue Galerie” (arte contemporanea) e il Museo di storia naturale (che sarà riaperto, però, nel 2013). Il resto del materiale è dislocato in una decina di altri palazzi, ex conventi, castelli e comprende arte antica, reperti romani, collezioni numismatiche, archeologia, caccia, tradizioni popolari, sculture, armature medioevali.

Il “nuovo” Joanneum rappresenta una soluzione interessante anche sul piano architettonico. Nel piazzale tra i palazzi antichi si aprono quattro enormi “imbuti” di vetro, simili a inghiottitoi carsici, che scendono per due piani nel sottosuolo, portando luce ai locali del museo che sta sotto il piazzale. L’idea progettuale, scelta tra una dozzina, è stata sviluppata a quattro mani dallo studio Nieto-Sobejano di Madrid e dall’Eep Architekten di Graz. I lavori si sono iniziati nel gennaio 2010 e si sono conclusi in novembre. Costo complessivo: 38,5 milioni.

Fedele alla sua storia, anche il nuovo Joanneum intende proporsi come un centro culturale accessibile a tutti. Similmente a quanto avviene nel Museumsquartier di Vienna, frequentato quotidianamente da migliaia di giovani, anche il piazzale del Museumviertel di Graz sarà aperto al pubblico e potrà diventare un luogo d’incontro. E gli “imbuti” di vetro che si aprono nella pavimentazione costituiranno per molti un irresistibile richiamo.

Nella foto, uno degli “imbuti” di vetro che scendono per due piani nella sezione ipogea del museo Joanneum di Graz.

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