Mercoledì 4 Dicembre 2024

10.04.09 Ghiacciaio Kesselwandferner (Ötztaler Alpen), 1985La prima foto, qui a fianco, mostra il ghiacciaio del Kesselwand, nelle Alpi della Ötztal, come si presentava nel 1985; la seconda foto, più sotto, mostra lo stesso ghiacciaio – o quel che ne è rimasto – nell’estate scorsa. Le due immagini lasciano senza fiato. Sono passati 25 anni e il ghiacciaio sembra quasi che non ci sia più. La sua lingua si è ritirata in alto, incuneata tra due dossi rocciosi, e sotto ha lasciato scoperta la roccia levigata di quello che un tempo era stato il suo alveo e che ora appare di un grigio chiaro, molto più chiaro delle falde rocciose che gli fanno da cornice. Venticinque anni non sono nulla nel ritmo lentissimo dell’evoluzione della terra e quella pietra messa a nudo dopo secoli non ha fatto in tempo a scurirsi come le rocce che la circondano. Ciò che impressiona, appunto, è la velocità con cui il ghiacciaio si è fatto da parte. Un ritiro che nel tempo ha subito un’accelerazione, come documenta il rapporto annuale sui ghiacciai austriaci, presentato venerdì dal Servizio ghiacciai dell’Österreichischer Alpenverein, il Club alpino austriaco. Il dato principale che emerge è che tra il 2008 e il 2009, dei 93 ghiacciai presenti in Austria e tenuti “sotto osservazione”, 85 si sono accorciati, con un ritiro medio della loro fronte di 14,4 metri.

10.04.09 Ghiacciaio Kesselwandferner (Ötztaler Alpen), 2009Dato medio significa che alcuni si sono accorciati di meno, altri di più. Il rapporto riferisce che vi sono 10 ghiacciai che si sono ritirati di oltre 30 metri e tre di essi addirittura di oltre 40 metri. Quello del Kesselwand, citato sopra, è il secondo della classifica: ha perso 44,4 metri. Ma più di lui si è accorciato il ghiacciaio del Niederjoch: -46; il terzo della classifica è quello di Marzell: -42,3. Si trovano tutti nelle Alpi della Ötztal, quella, per intenderci, dove nel 1991 fu trovato l’uomo di Simulaun, soprannominato perciò anche Ötzi. Quella mummia era stata custodita nel ghiaccio per oltre cinquemila anni, finché il ghiaccio si è sciolto. Lo scioglimento è continuato anche negli anni seguenti e lo ha fatto ancora più in fretta. È continuato anche nell’ultimo anno, quando si riteneva che il fenomeno potesse arrestarsi o quanto meno rallentare, dato che la neve abbondantemente caduta durante l’inverno aveva ricoperto i ghiacciai fino ad estate avanzata, proteggendoli nei mesi più caldi.

“Lo scioglimento – ha spiegato Andrea Fischer, che dallo scorso anno dirige il Servizio ghiacciai dell’Alpenverein – è stato maggiore nelle Alpi della Ötztal, perché qui si trovano i ghiacciai più grandi, troppo lunghi per le attuali condizioni climatiche. E siccome la superficie ghiacciata è molto estesa, ma sottile, con lo scioglimento il ritiro è più rapido”.

Ma non dovunque è stato così. Abbiamo detto che dei 93 ghiacciai austriaci, 85 si sono accorciati. Degli altri otto, 7 sono rimasti invariati e uno, il Kleinfleißkees nel Goldberggruppe (Alti Tauri), è addirittura cresciuto di 5,2 metri. L’area a cui appartengono, dove il fenomeno dello scioglimento è stato assente, si trova nella fascia orientale dell’arco alpino, tra Carinzia e Salisburghese. I ghiacciai di tutti gli altri gruppi, dal Silvretta alla Ötztal, dalle Alpi di Stubai a quelle della Zillertal fino al gruppo del Venediger si sono tutti accorciati, senza eccezioni. Insomma, la tendenza è verso la scomparsa ed è chiaramente in relazione con l’aumento del riscaldamento della terra. Durante l’inverno 2009 la temperatura media nelle Alpi austriache era stata di 0,2 gradi superiore alle media degli ultimi anni e nell’estate scorsa addirittura di 2,1 gradi superiore. I risultati si sono visti.

Il rapporto del Servizio ghiacciai è stato curato da un equipe di venti esperti che prestano la loro opera gratuitamente e, con l’aiuto di numerosi volontari, tengono sotto osservazione 19 comprensori alpini. È un compito che l’Alpenverein svolge da 119 anni.

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