L’11 ottobre a Vienna si vota per la rielezione del consiglio comunale (100 membri), che è al tempo stesso “consiglio regionale”. Perché Vienna, con i suoi 1,9 milioni di abitanti, è equiparata a un Land, con tutte le prerogative di un Land in uno Stato federale. Sono dunque elezioni importanti per Vienna e per il resto del Paese, perché le ricadute di quel voto a livello federale saranno inevitabili.
Fino al giorno di quelle elezioni mancano ormai poco più di tre mesi e, nell’approssimarsi della data, avremo modo di riparlarne. Ma fin da subito possiamo fornire al lettore alcune informazioni di base sulla situazione politica della capitale, in modo che ciò che verrà dopo sia più facilmente interpretabile.
Innanzitutto va detta una cosa: Vienna è sempre stata città socialdemocratica, da quando esiste la Repubblica austriaca e dal 1945 in qua ha sempre avuto sindaci socialdemocratici, spesso con maggioranze assolute che avevano consentito all’Spö di governare da solo. Ma le cose stanno cambiando. Alle elezioni del 2010 l’Spö ha perso il 5%; a quelle di 5 anni fa un altro 5%. Nel consiglio in carica ha poco meno del 40% (39,6). I sondaggi in questo momento prevedono l’11 ottobre una conferma di questo risultato, ma da qui a cento giorni molte cose possono ancora cambiare.
Cinque anni fa il grande sconfitto era stato l’Övp, il Partito popolare, che nella capitale non ha mai contato molto. In quelle elezioni era scivolato addirittura al 9,2%, perfino meno dei Verdi e non contando ormai quasi nulla. Ma allora non si era ancora affacciato all’orizzonte l’astro vincente di Sebastian Kurz. Con Kurz alla guida del partito a livello federale (non comunale), anche la piccola pattuglia viennese ha ripreso coraggio e confida di superare la soglia del 15% (ma alcuni sondaggi la danno addirittura al 25%, che sarebbe un successo strabiliante in questa città).
In effetti alle ultime elezioni politiche nazionali e alle Europee l’Övp a Vienna ha ottenuto buoni risultati. Ma le elezioni comunali sono altra cosa. Lo sa molto bene lo stesso “Basti”, che, pur appartenendo all’Övp di Vienna, non ha mai voluto immischiarsi nella politica comunale, preferendo puntare a ruoli nazionali e lasciare ad altri il compito ingrato di fare politica in una città dove è facile perdere.
A questo punto ci tocca parlare dei Verdi. Quando l’Spö 10 anni fa perse la maggioranza assoluta, si trovò nella necessità di trovare un alleato. La scelta cadde sui Verdi, che da allora sono al governo di Vienna ed esprimono il vicesindaco (in realtà è sempre stata una vicesindaca). Che Vienna da allora sia diventata “più verde” lo si evince da molti fattori: dall’incentivazione del trasporto pubblico e la disincentivazione di quello privato, alla pedonalizzazione della Mariahilfer Strasse, la via dello shopping. E ora si sta pensando a fare del primo distretto – il cuore della città, all’interno della Ringstrasse – se non una grande isola pedonale, quanto meno una zona a traffico limitato.
Una novità nelle elezioni del 2015 fu l’apparizione della Neos (Neues Österreich), che riuscì ad ottenere un apprezzabile 6,2%, rubando voti ai popolari. Si vedrà se le riuscirà di farlo anche alle elezioni prossime.
Ciò su cui nessuno ha dubbi, invece, è il tracollo dell’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista. Nel 2015 era diventato il secondo partito, con il 30,8% e 34 consiglieri. Heinz-Christian Strache, che allora non era ancora inciampato nello scandalo di Ibiza, poteva legittimamente sperare di guadagnare altri voti e persino di diventare sindaco della sua città. Sono bastati pochi minuti del video girato in quell’isola spagnola per far evaporare i suoi sogni di gloria.
L’Fpö è uscito sconfitto dalle ultime elezioni nazionali e locali e lo sarà anche l’11 ottobre. Al suo declino contribuirà lo stesso Strache, che dopo essere stato cacciato dall’Fpö, si è messo alla guida di una lista personale che si chiama “Alleanza per l’Austria”, che quanto a contenuti è una fotocopia dell’Fpö. Non avrà successo e forse non riuscirà nemmeno a far eleggere propri consiglieri. L’unico risultato che potrà ottenere sarà di sottrarre voti all’Fpö, che così sarà ulteriormente marginalizzato.
NELLA FOTO, il municipio neogotico di Vienna.
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