Con il 94,5% dei voti congressuali Werner Kogler è stato designato capolista dei Verdi austriaci alle elezioni politiche del 29 settembre. Un successo per il segretario del partito ambientalista, che in questi quattro anni ha avuto il ruolo di vicecancelliere in un governo di coalizione con il Partito popolare (Övp). Con il loro voto i delegati hanno voluto premiare il lavoro svolto dal loro leader, nella non facile convivenza con un partito molto diverso per storia e riferimenti ideologici.
Ma un successo ancora maggiore è stato tributato a Leonore Gewessler, ministra per l’ambiente, che a Bruxelles ha votato a favore del “Renaturierungsgesetz” (il “recupero delle aree degradate”, di cui avevamo riferito il 20 giugno scorso), contro il parere degli alleati di governo e dei governatori dei 9 Länder (due dei quali poi hanno avuto un ripensamento). Quando la “padrona di casa” Judith Pühringer, co-segretaria dei Verdi di Vienna che ospitavano il congresso, le ha rivolto il saluto, dicendole “Leonore, grazie per la legge sul recupero delle aree naturali”, tutti si sono levati in piedi per un interminabile applauso. Con il suo voto di Bruxelles in difformità dalle posizioni dell’Övp, Gewessler è diventata per i Verdi l’eroina del giorno. Lo si è visto al momento della votazione: 98,1% dei voti a favore. Kogler è capolista, lei è seconda.
Già il 12 giugno avevamo spiegato come i Verdi formano le liste. Per ogni casella viene proposto e votato dal congresso un candidato o una candidata. Maschi e femmine si alternano. Vi è una lista federale e vi sono liste per ciascun Land.
Non andiamo oltre, perché il meccanismo è complesso. In questo momento ciò che conta notare è il “divorzio” di fatto di popolari e verdi, che tuttavia fingono di governare ancora, per non aprire una crisi negli ultimi mesi di legislatura e per restare fino all’ultimo nella stanza dei bottoni.
Il governo Övp-Verdi era nato nel 2020, dopo lo scandalo di Ibiza, che aveva determinato la caduta del precedente governo Övp-Fpö, lo scioglimento del Parlamento e nuove elezioni nel tardo autunno del 2019. Da quel voto l’Övp di Kurz aveva trionfato con il 37%. E anche i Verdi avevano ottenuto un risultato straordinario: 14%. Tanto più straordinario ove si consideri che rientravano in Parlamento dopo due anni di assenza, non avendo superato la soglia del 4% nelle precedenti elezioni del 2017.
A fine 2019, dunque, i due partiti “vincitori” decidono di unire le loro forze per governare. Si tratta di un esperimento molto azzardato e senza precedenti tra una forza conservatrice e un partito rivoluzionario (almeno agli esordi), che hanno pochi elementi in comune. Per questo l’obiettivo non è quello di amalgamare i due partiti, ma definire un programma “con il meglio di entrambi i mondi” (copyright Sebastian Kurz). A gennaio il programma raggiunge ormai le 300 pagine e il nuovo governo può giurare nelle mani del Capo dello Stato.
È inevitabile che un governo siffatto entri in crisi dopo meno di due anni. Kurz è accusato di aver usato soldi dei contribuenti, per correggere a suo favore sondaggi d’opinione. I Verdi passano all’opposizione e dichiarano di poter governare soltanto con un cancelliere senza macchia. Kurz è costretto a dimettersi e si va a un governo interinale guidato dal ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg, che dura giusto il tempo per rimettere in piedi la coalizione Övp-Verdi.
Il secondo “matrimonio”, con il popolare Karl Nehammer nel ruolo di cancelliere, sarebbe dovuto durare per tutta la legislatura, ma all’improvviso arriva dal nulla la nuova, improvvisa rottura, dovuta al voto europeo sul “Renaturierungsgesetz”. I Verdi sono a favore, l’Övp è contrario. La ministra per l’Ambiente Gewessler non si esprime. Fino all’ultimo lascia intendere che si sarebbe astenuta, vista la differenza di vedute nel governo. Invece alla vigilia del voto scopre le carte e annuncia il voto a favore, indotta a farlo forse da un sondaggio, secondo cui l’80% degli austriaci sarebbero favorevoli al recupero ambientale.
Il resto della storia sarà scritto dopo il 29 settembre.
NELLA FOTO, i due esponenti di punta dei Verdi Austriaci, Werner Kogler e Leonore Gewessler.
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