L’Austria ha prolungato al 31 maggio i controlli anti-Covid alle sue frontiere. Erano stati istituiti in marzo, all’insorgere dell’epidemia sul suo territorio, con un’ordinanza del ministero della Salute, che ne fissava la scadenza al 7 maggio, ovvero oggi. Che il termine fosse spostato a fine mese non ha sorpreso nessuno, anzi, lo si dava per scontato. Il governo di Vienna ha scelto infatti la strada della cautela, come si evince dalla nuova ordinanza del ministero della Salute, che, nel confermare i controlli sanitari ai valichi, non ha fatto distinzione tra Paesi dove l’epidemia è più o meno diffusa.
Il provvedimento non riguarda soltanto l’Italia, ma anche la Slovenia, l’Ungheria, la Slovacchia, la Cechia, la Svizzera, il Liechtenstein e persino la Germania, ovvero il Paese con cui l’Austria vorrebbe al più presto confini aperti, che consentano l’arrivo dei turisti tedeschi sui monti del Tirolo o sui laghi della Carinzia. Un terzo delle presenze turistiche in Austria, infatti, erano tedesche e si teme molto che quest’anno non lo saranno più.
Da oggi, dunque, tutto resta come prima. Chi vuole entrare in Austria – ammesso che la mobilità in Italia gli consenta di arrivare al confine – dovrà esibire un certificato medico rilasciato non più di 4 giorni prima, che attesti che la persona non è risultata positiva al Covid-19. In alternativa, dovrà impegnarsi a una quarantena di 14 giorni. Queste limitazioni non vengono applicate ai lavoratori pendolari, che devono attraversare il confine ogni giorno o più volte alla settimana.
Attualmente in Friuli Venezia Giulia i soli valichi aperti sono quelli di Tarvisio. Quello autostradale è attraversabile 24 ore su 24, mentre quello di Coccau, sulla strada statale, è aperto soltanto di giorno, dalle 7 alle 18. Permanentemente chiusi, invece, il valico del passo di Monte Croce Carnico e quello di Pramollo. Il primo, molto importante per i collegamenti tra la Carnia e la valle del Gail, potrebbe essere riaperto a breve, almeno con orario limitato, ma al momento non si ha alcuna conferma ufficiale. Restano chiusi, naturalmente, tutti i valichi minori in area alpina.
Le limitazioni al traffico di frontiera riguardano chi entra in Austria, ma anche chi esce. In una sua nota, il servizio stampa del Land Carinzia fa notare, per esempio, che chi volesse andare in Slovenia a comprare le sigarette (viene fatto proprio questo esempio, perché evidentemente, gli spostamenti oltre confine dei fumatori è pratica molto frequente) potrebbe farlo, ma rientrando in Austria si vedrebbe costretto anche lui a un periodo di quarantena domiciliare di 14 giorni.
Tutti i collegamenti ferroviari con l’Austria, diurni e notturni, sono sospesi almeno fino al 22 maggio. Non viaggiano nemmeno i bus Intercity, che facevano la spola più volte al giorno tra Venezia, Trieste, Udine e Villaco-Klagenfurt, dove arrivavano in coincidenza con treni diretti a Vienna o a Salisburgo.
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