Venerdì 4 Ottobre 2024

videosorveglianzaC’è un fratello un po’ più grande che sorveglia il grande fratello? È una domanda a cui in Austria si è cercato di dare parziale risposta con una legge entrata in vigore il 1. gennaio, per disciplinare la proliferazione dei sistemi di videosorveglianza. Una volta erano soltanto gli ingressi delle banche a essere vigilati da videocamere a circuito chiuso. Ora webcam si trovano ovunque, dalle piste di sci agli incroci stradali, dalle gioiellerie ai supermercati. Perfino chiese e cimiteri sono spesso sottoposti al controllo dell’occhio elettronico.

La nuova legge austriaca fa una prima fondamentale distinzione tra sistemi di videosorveglianza  installati dalla polizia e quelli installati da privati: soltanto i secondi sono sottoposti alla nuova disciplina. Il criterio che deve ispirarli è l’esigenza di proteggere luoghi potenzialmente minacciati (per esempio, l’ingresso di una oreficeria) o di prevenire incidenti (strade, ferrovie, metropolitane). Un secondo criterio fa riferimento alla protezione della sfera intima delle persone: niente videocamere quindi nelle toilette, nelle docce, nelle piscine. Ma l’esclusione si estende anche ai luoghi di lavoro: sì alle videocamere agli ingressi della fabbrica, per scongiurare eventuali furti, ma no alle videocamere nei reparti di lavoro, per sottoporre a controllo il personale.

La nuova normativa è stata accolta con soddisfazione dalla Commissione per la protezione della privacy, come ha dichiarato il suo rappresentante Hans Zeger: “Sono state aggiornate le norme dettate dalla precedente legge del 2000 (ormai superate dallo sviluppo delle tecnologie di videosorveglianza, ndr) e sono state indicate procedure standard sia per l’identificazione di chi vuole installare videocamere di sorveglianza, sia per il controllo preventivo che deve essere dato da un’apposita commissione”.

Un ulteriore principio fissato dalla nuova legge riguarda l’obbligo di informazione: là dove è installata una videocamera, deve essere apposto anche un cartello che avvisi chi passa che la zona è sorvegliata. E il cartello deve essere collocato in modo tale che chi lo legge possa evitare di essere inquadrato dalla videocamera, aggirando la zona sorvegliata. Le immagini registrate devono essere cancellate, di norma, dopo 72 ore; eccezioni sono consentite nei giorni festivi o se vi sia una esplicita autorizzazione a conservare più a lungo le registrazioni.

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