Venerdì 4 Ottobre 2024

A febbraio l’Austria importava dalla Russia il 79% del suo fabbisogno di gas. Come la Germania, molto di più dell’Italia (che ne importava allora il 38%). Per anni non aveva tenuto alcun conto di quanti l’avevano messa in guardia dal pericolo di dipendere quasi completamente da una sola fonte di approvvigionamento energetico. Primo fra tutti Gerhard Roiss, fino al 2015 direttore generale della Omv.

L’Omv è la società controllata dallo Stato che si occupa di estrazione, trasporto, lavorazione e vendita di gas e prodotti petroliferi. Roiss, aveva cercato fonti alternative e le aveva trovate nel Mar Nero, a ridosso della costa romena, e nel mare della Norvegia, ma i governanti di allora avevano preferito lasciarsi stringere dall’abbraccio mortale di Putin.

Così nel 2015 Roiss era stato rimosso senza preavviso dalla direzione dell’Omv. “L’Austria e l’Omv – aveva dichiarato al settimanale Profil, in una intervista rilasciata a marzo – sono state trascinate di proposito in una dipendenza dalla Russia da gruppi di persone, tutte simpatizzanti di Putin. Questa gente ha posto i propri interessi finanziari personali al di sopra di ogni principio morale”.

In questi nove mesi l’Austria è corsa ai ripari e a fine settembre era riuscita a ridurre le sue importazioni dalla Russia al 21%, attingendo a fonti alternative in Norvegia e, in piccola parte, nell’Asia centrale e nel Nord Africa. Ma, per ridurre le forniture russe, ha trovato aiuto anche in Germania e nella stessa Italia. I suoi depositi sono ora riempiti al 95%.

Nel frattempo le aziende austriache sono riuscite a ridurne i consumi nella misura del 10% (calcolati nei mesi da settembre a oggi), rispetto allo stesso periodo dei due anni precedenti.

NELLA FOTO, il deposito di gas di Haidach, nel comune di Strasswalchen, a una trentina di chilometri a nord-est di Salisburgo. È il più grande impianto del genere in Austria, ma il gas che contiene non è destinato all’Austria, bensì alla Germania. Il deposito è in parte gestito dalla società Astora, che è una controllata di Gazprom Germania; la parte restante è a disposizione di Gsa, un’altra controllata di Gazprom. In altre parole, il più grande deposito di gas in Austria è in mani russe. Ciononostante il governo è potuto intervenire, ordinandone il riempimento (in primavera soltanto la sezione “tedesca” era rifornita, mentre quella “austriaca” era vuota) e ad allacciare il deposito con nuove condotte alla rete del gas austriaca.

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