Di solito le visite all’estero di esponenti di governo sono caratterizzate da tappeti rossi, inchini e salamelecchi. Se vi sono punti di attrito tra lo Stato ospite e lo Stato in visita, questi vengono trattati e a volte risolti in separata sede. Ma non sempre è così. L’infame trappola tesa da Donald Trump e dal suo caravanserraglio a Volodymyr Zelensky ci ha mostrato che i tempi sono cambiati.
Lo stesso va detto anche per la visita a Israele effettuato ieri dalla ministra degli Esteri austriaca, Beate Meinl-Reisinger. La rappresentante del governo austriaco è un’amica dichiarata di Israele, ma, proprio in quanto amica, si è sentita autorizzata a dire ciò che pensa della crisi di Gaza. La situazione umanitaria nella striscia – questo il messaggio forte e chiaro di Meinl-Reisinger – non è accettabile. La sofferenza della popolazione civile pesa sui nostri rapporti con Israele.
La ministra austriaca ha pronunciato queste parole in una conferenza stampa, in cui aveva accanto a sé il collega israeliano Gideon Saar. Il quale ha reagito “diplomaticamente” alle severe parole dell’ospite. “È sempre facile – ha detto – criticare Israele da fuori, senza vedere la situazione di sicurezza in cui si trova il Paese e se non la si vuole comprendere”. Saar ha insistito nel definire giusta la posizione di Israele. Quanto agli aiuti alimentari a Gaza, ha definito chiara la posizione del suo governo: ogni intervento che possa contribuire alla cassa di guerra dei terroristi di Hamas deve essere rigidamente respinto.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Meinl-Reisinger ha dichiarato con franchezza che la questione degli aiuti alla popolazione civile di Gaza costituisce al momento il principale motivo di attrito tra Israele e i suoi partner europei. Alla precisa domanda, se l’Austria sarebbe pronta a fornire i suoi aiuti umanitari anche tramite l’organizzazione Ghf (scavalcando, cioè, le strutture dell’Onu), la ministra ha risposto che, nell’utilizzo di risorse dei contribuenti austriaci, si deve contare soltanto su organizzazioni affidabili: “La Croce rossa internazionale è una di queste, la Ghf no”.
Nella seconda parte della giornata Beate Meinl-Reisinger ha incontrato Tal Shoham, israeliano con cittadinanza austriaca, che era stato ostaggio dei terroristi di Hamas, e successivamente anche Yair Lapid, capo dell’opposizione. Oggi la ministra effettuerà una visita a Ramallah, capitale della Palestina in Cisgiordania, e poi al presidente dello Stato di Israele.
NELLA FOTO, sorrisi ma anche parole chiare nella conferenza stampa della ministra degli Esteri austriaca Beate Meinl-Reisinger e del collega israeliano Gideon Saar.
__________________________
AUSTRIA VICINA è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina
https://www.facebook.com/austriavicina