Scattano maercoledì prossimo le nuove regole per l’ingresso in Austria di viaggiatori pendolari. Sono considerati tali non solo quelli che attraversano il confine ogni giorno, ma tutti quelli che lo fanno almeno una volta al mese per ragioni di lavoro, di studio o per ricongiungimenti familiari (in quest’ultima categoria sono considerate anche le coppie di fatto). Sono alcune centinaia i residenti in Friuli Venezia Giulia che rientrano in questa categoria e che finora potevano entrare e uscire dall’Austria liberamente. Ma ancor più numerosi sono gli italiani del Sud Tirolo, che per ragioni di lavoro o di studio gravitano sul Tirolo austriaco.
Da mercoledì, invece, sarà richiesto loro un test Covid molecolare o antigenico negativo emesso non più di 7 giorni prima. Sarà richiesta inoltre la registrazione telematica (Pre Travel Clearance) al Ministero della Salute, registrazione che si effettua compilando on line l’apposito formulario in tedesco o inglese (può essere scaricato qui in tedesco o in inglese).
Anche la registrazione dovrà essere rinnovata ogni 7 giorni. Naturalmente chi si reca in Austria a intervalli più lunghi non dovrà ripetere la registrazione ogni 7 giorni, basterà che si registri prima di iniziare il viaggio. La registrazione andrà rinnovata, inoltre, anche prima dei 7 giorni, se cambiano alcuni dei dati in essa contenuti (per esempio, l’indirizzo di residenza, il datore di lavoro, la scuola frequentata ecc.).
Una volta effettuata la registrazione, il richiedente riceverà una mail di conferma, con un codice QR, che dovrà esibire in caso di controlli da parte delle autorità austriache. Chi non fosse in grado di provvedere alla registrazione on line potrà stampare il formulario, compilarlo a mano ed esibire quello agli organi di controllo.
L’inasprimento dei controlli ai confini (a tutti, non soltanto a quello con l’Italia) è motivato come misura di prevenzione contro il diffondersi del virus nelle sue nuove mutazioni. È un po’ come chiudere la stalla quando i buoi sono usciti, dato che il principale focolaio di contagio con virus mutato si è registrato anche questa volta in Tirolo, dopo il ritorno dalle vacanze natalizie di un gruppo di allegri albergatori, che erano andati a giocare a golf in Sudafrica e non avevano rispettato la quarantena al ritorno a casa.
Per il Tirolo il ministro della Salute, Rudolf Anschober, ha deciso ieri test di massa sistematici, ripetuti per dieci giorni, nell’area più colpita, quella di Schwaz. Ma è soltanto una soluzione di compromesso. Fino a giovedì l’orientamento era di mettere in quarantena l’intero Land, isolandolo per un mese, come raccomandato dalla virologa Dorothee von Laer, dell’Università medica di Innsbruck e consulente del governo. Il governatore Günther Platter si era opposto energicamente e così Anschober è stato costretto a ripiegare sui test di massa.
Basteranno? Chi può dirlo! Paradossalmente l’Austria ha deciso di allentare il lockdown duro a partire da lunedì, proprio mentre tutti i dati dell’epidemia, a cominciare dal numero delle nuove infezioni, sono ancora allarmanti. Sarebbe una beffa se tra una o due settimane l’intera Austria dovesse ridiventare zona rossa e si dovesse imporre di nuovo il coprifuoco, con chiusura di scuole e negozi.
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