Pale eoliche sì o pale eoliche no? In altre parole, si tutela meglio l’ambiente adottando una fonte energetica rinnovabile e non inquinante, in sostituzione di combustibili fossili, o proteggendo il paesaggio da una foresta di “mulini a vento”? La popolazione carinziana, cui è stata posta una domanda del genere tramite referendum, ha risposto con un “no” alle pale eoliche.
Il quesito stampato sulla scheda di voto era: “Deve essere proibita per legge la costruzione di altri impianti eolici sui monti e sugli alpeggi della Carinzia a protezione della natura (e del paesaggio)?” Una formulazione abbastanza contorta, perché per dire “no” agli impianti eolici si doveva votare “sì”, mentre per dire “si” si doveva votare “no”. Tant’è vero che il giorno dopo, nei resoconti apparsi sulla stampa, era stato necessario precisare sempre per che cosa si era votato e contro che cosa, altrimenti i lettori meno attenti e meno interessati al problema avrebbero fatto confusione.
L’esito della consultazione non ha espresso un orientamento schiacciante. Ha votato “sì”, per dire “no” agli impianti eolici, il 51,55% dei votanti, che sono stati 149.048, pari al 34,88% degli aventi diritto.
Che succederà ora? Non si costruiranno più parchi eolici in Carinzia? Saranno rimosse anche le 10 pale già presenti? È probabile che non succederà nulla di tutto questo. I referendum in Austria non sono vincolanti. Anzi, dei tanti che si sono svolti, si contano sulle dita di una mano quelli che hanno avuto un seguito.
Andrà così anche per quest’ultimo sull’energia eolica? A promuoverlo erano stati l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, e Team Kärnten (movimento politico populista difficilmente definibile). Si erano espressi contro il referendum Spö (socialdemocratici), Övp (popolari), Verdi e le varie componenti sociali, dalla Camera dell’economia al sindacato.
Una buona ragione per non tener conto dell’esito referendario potrebbe essere la scarsa partecipazione al voto e il margine minimo di prevalenza dei “sì” sui “no”. Lo svolgimento della consultazione, costata al Land 1,2 milioni di euro, potrebbe quindi rivelarsi inutile.
Inutile per impedire la realizzazione di nuovi impianti eolici, ma non inutile sul piano politico. C’è chi ha constatato che l’Fpö è riuscito a mobilitare i suoi elettori, mentre quelli degli altri partiti sono rimasti a casa. In termini assoluti i voti “sì” (cioè contrari alle pale eoliche) sono stati di poco superiori a quelli ottenuti dall’Fpö in Carinzia alle ultime elezioni politiche. In questo senso si può interpretare il risultato del referendum come un successo dell’estrema destra austriaca, che si aggiunge a quelli delle elezioni europee, di quelle politiche e di quelle più recenti in Stiria.
In somma, in Austria non solo le pale eoliche ma anche l’Fpö hanno il vento in poppa.
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