Lunedì 24 Marzo 2025

In questi giorni ricorre il centenario della nascita dell’Interpol. Tutti sanno di che cosa si tratta, ma probabilmente pochi sono a conoscenza che l’organizzazione di coordinamento tra le Polizie dei vari Stati vide la luce a Vienna, per iniziativa dell’allora presidente della Polizia della città, Johann Schober (nella capitale veniva chiamato allora e viene chiamato ancor oggi “presidente” l’ufficiale al vertice delle forze dell’ordine; in tutti gli altri Länder è chiamato “direttore”).

La circostanza non può che sorprenderci. L’Austria era uscita con le ossa rotte dalla Prima guerra mondiale, ridotta a quel piccolo spazio geografico che conosciamo anche oggi. Eppure Vienna poteva disporre di una polizia all’avanguardia, in parte ereditata dalla polizia imperiale, in parte resa di nuovo altamente efficiente dal suo presidente Schober (nella foto).

Fu lui, nel settembre 1923 a invitare a Vienna delegazioni delle Polizie di 300 Paesi, senza sapere quante di esse avrebbero dato la loro adesione. Fu un azzardo, perché un’iniziativa del genere era già stata presa in precedenza dall’Olanda ed era fallita.

Schober invece ebbe successo, probabilmente perché i tempi erano cambiati. La mobilità consentita dai nuovi mezzi di trasporto, in particolare dalla fitta rete ferroviaria, aveva consentito alla grande criminalità di agire a livello internazionale. Per i tutori dell’ordine era diventato ormai impossibile contrastarla soltanto sul proprio territorio. Era necessario coordinare gli sforzi a livello transnazionale.

Un tentativo in questa direzione era già stato fatto nel 1914, in un congresso di polizia criminale tenutosi nel Principato di Monaco. Ma lo scoppio della Prima guerra mondiale aveva mandato tutto all’aria. Schober aveva raccolto le indicazioni emerse in quell’assemblea, quando nel 1923 ripropose il progetto di una collaborazione internazionale delle forze dell’ordine. Aveva i requisiti ideali per prendere l’iniziativa, perché nella sua carriera aveva ricoperto tutti gli incarichi di vertice nelle forze dell’ordine: presidente della Polizia, capo dei servizi segreti, direttore della Pubblica sicurezza. Per tre volte era stato addirittura cancelliere della neonata Prima Repubblica, pur non avendo tessera di partito (oggi lo si direbbe un “cancelliere tecnico”).

Ma anche nella Polizia imperiale, prima della guerra, si era fatto notare. Nel 1913 aveva condotto le indagini che avevano portato al clamoroso arresto di Alfred Redl, colonnello dell’esercito accusato di alto tradimento, per aver trasmesso informazioni segrete all’impero russo.

Nel settembre di cento anni fa, dunque, Johann Schober, riuscì a far giungere a Vienna dozzine di delegazioni delle Polizie di tutto il mondo, che furono accolte nella grande sala della Direzione di Polizia allo Schottenring. Mancavano soltanto i rappresentanti dell’Unione Sovietica, che Schober, convinto antimarxista, non aveva invitato.

Come un secolo prima, al Congresso di Vienna voluto da Metternich, anche questa volta i lavori delle delegazioni erano accompagnati da eventi sociali di vario genere. Non i leggiadri balli della Restaurazione, ma esibizioni della prontezza operativa della polizia viennese, parate di poliziotti a cavallo, sfilate di poliziotti motociclisti. Tutte le manifestazioni erano ospitate nella corte della sede della Polizia costruita solo pochi anni prima nella Rossauer Lände, nel 9. Distretto. Per dare l’impressione di una folta partecipazione e che non rimanessero sedie vuote, Schober aveva disposto che sulle tribune sedessero anche poliziotti austriaci, mischiati alle delegazioni straniere.

I temi principali trattati riguardavano lo scambio di informazioni tra le varie Polizie, le rogatorie, l’estradizione e l’espulsione di criminali. I lavori si conclusero con la costituzione formale dell’Interpol, che però in quel momento non fu chiamata così (il nome le verrà dato soltanto nel 1946, come abbreviazione delle parole in lingua inglese “international police”), ma Ikpk (Internationale Kriminalpolizeiliche Kommission). Primo presidente fu eletto il suo promotore, Johann Schober, che mantenne l’incarico fino alla sua morte, nel 1932.

Nel 1946 la sede fu trasferita a Parigi e nel 1989 a Lione, dove si trova tuttora. Attualmente vi aderiscono 186 Paesi.

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