Anche l’Austria ha i suoi “flotilleros”. Sono quattro attivisti, il più noto dei quali è l’ex atleta di sci alpino Julian Schütter, originario di Schladming (Stiria). Tre di essi sono arrivati in treno a Wien Meidling, la stazione di Vienna distante soltanto pochi minuti di viaggio da quella principale, la Hauptbahnhof. A Meidling era ad attenderli un comitato di circa 150 simpatizzanti. Il quarto membro del gruppo, invece, ha proseguito il viaggio fino a Francoforte, per partecipare – così è stato riferito – ha una manifestazione in quella città.
Schütter ha parlato delle violenze subite durante l’arresto. “Siamo stati trattati e insultati come terroristi – ha dichiarato – costretti a rimanere seduti a terra tutta la notte con le mani legate con un cavo dietro alla schiena”. L’ex sciatore ha anche lamentato la mancanza di cure mediche e la sete sofferta, non avendo potuto bere per 25 ore. Alle ripetute richieste di un medico, la risposta sarebbe stata: “Non abbiamo dottori per le bestie”. Schütter ha accennato anche maltrattamenti e torture che il gruppo avrebbe subito. Il Ministero degli Esteri israeliano ha respinto tutte le accuse, definendole false.
I reduci dal tentato sbarco a Gaza hanno anche criticato il comportamento del Ministero degli Esteri austriaco. “La giusta reazione – ha dichiarato Marlene Engelhorn, esponente della delegazione austriaca della Global Sumud Flotilla, pur non avendo partecipato personalmente alla navigazione – sarebbe stata condannare pubblicamente il comportamento illegale di Israele e poi fare tutto il necessario per riportare incolumi i suoi cittadini in patria. Siamo ancora in attesa di una presa di posizione ufficiale del Ministero sulla situazione dei nostri quattro attivisti”.
Per chi non lo sapesse, ricordiamo che Marlene Engelhorn appartiene alla famiglia miliardaria del fondatore della Basf tedesca, che lo scorso anno aveva deciso di regalare i 27 milioni ricevuti in eredità dalla nonna, non avendo bisogno di quei soldi, in quanto può vivere di rendita.
In realtà il Ministero degli Esteri austriaco non se n’era stato con le mani in mano. In una nota consegnata all’agenzia di stampa Apa, ha fatto rilevare di aver “ripetutamente invitato la parte israeliana ad agire in conformità con i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale: con la massima moderazione possibile, osservando il principio di proporzionalità e cautela e nel pieno rispetto della sicurezza e dei diritti umani dei partecipanti austriaci”.
Inoltre il Ministero è stato in stretto contatto con le autorità israeliane per tutta la durata dell’operazione per fornire il miglior supporto consolare possibile agli austriaci presenti nella flottiglia per Gaza. Rappresentanti dell’ambasciata austriaca a Tel Aviv hanno visitato i quattro cittadini austriaci detenuti in Israele, ha informato i loro referenti, ha espresso alle autorità israeliane preoccupazioni in merito alle condizioni di detenzione e, in seguito, ha assistito i “flotilleros” per fare avere loro i documenti necessari per il viaggio di rientro.
NELLA FOTO, l’arrivo dei “flotilleros” austriaci alla stazione di Wien Meidling.
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