Sono più d’uno i film del dopoguerra che raccontano i furti di opere d’arte compiuti dai soldati tedeschi nei Paesi occupati. A volte lo sceneggiatore ha calcato le tinte, per rendere la narrazione più coinvolgente. Resta il fatto che quelle ruberie ci furono, per assecondare il proposito delirante di Adolf Hitler di creare a Linz il “Führermuseum”, un museo così grande e così ricco di capolavori, da fare ombra ai musei dell’odiata Vienna.
Nel corso della Seconda guerra mondiale, soprattutto quando i bombardieri alleati avevano incominciato a colpire le città del Reich, quelle opere furono portate nel Salzkammergut, perché fossero messe al sicuro. Il nome in codice dell’operazione era Sonderauftrag Linz (dal nome della città in cui Hitler avrebbe voluto creare il suo Führermuseum). Accanto alle opere rubate dai musei del continente vi erano quelle già custodite in musei austriaci. Per proteggerle dalle bombe alleate furono accatastate nelle miniere di sale dell’Altaussee e nelle Kaiser Franz Josef Erbstollen di Lauffen, presso Bad Ischl. Ma, quando le gallerie sotterranee non furono più sufficienti, furono creati depositi di emergenza in chiese, musei, persino esercizi pubblici a St. Agatha, Bad Aussee, Altaussee. Stiamo parlando di migliaia di dipinti, sculture, ceramiche, libri antichi.
All’operazione Sonderauftrag Linz il Lentos Museum di Linz ha dedicato una mostra straordinaria dal titolo “Die Reise der Bilder. Hitlers Kulturpolitik, Kunsthandel und Einlagerungen in der NS-Zeit im Salzkammergut” (“Il viaggio dei quadri. La politica culturale di Hitler, il traffico di opere d’arte, l’immagazzinaggio nel Salzkammergut, al tempo del nazismo”). L’esposizione, allestita nel Lentos Museum presenta oltre 80 dipinti e oggetti che negli anni di guerra furono raccolti, depositati e salvati.
Sono tutte opere prestate da musei pubblici, delle quali nella mostra vengono documentate l’attuale proprietà e i passaggi di proprietà che si sono storicamente succeduti. Alcune di quelle opere erano state trafugate dai predoni nazisti e poi restituite ai legittimi proprietari. Di altre opere la provenienza è incerta. Si tratta di capolavori che vanno dall’8. al 20. secolo, da Arnold Böcklin a Goya, Edvard Munch, Lovis Corinth, Jakob van Ruisdael, Anthonis van Dyck, Giovanni Battista Tiepolo, Max Liebermann, Jakob Jordaens, Tiziano, Moritz von Schwind, Ferdinand Georg Waldmüller.
La mostra del Lentos Museum potrà essere visitata fino all’8 settembre. Apertura tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 10 alle 18 (al giovedì fino alle 20). Il biglietto normale costa 14 euro.
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